Transitando nell’arte di Paci

pac-milanoIl PAC Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano presenta Vite in transito,  una retrospettiva dedicata all’artista albanese Adrian Paci, che dal 1997 vive e opera a Milano

Promossa e prodotta da Comune di Milano – Cultura, PAC e CIVITA, Vite in transito è stata inaugurata in occasione della IX Giornata del Contemporaneo lo scorso sabato 5 ottobre da AMACI – Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiana e rimarrà aperta sino al 6 gennaio 2014. La mostra è realizzata a cura di Paola Nicolin e Alessandro Rabottini e presenta una selezione di opere realizzate a partire dalla metà degli anni Novanta, in pratica da quando l’artista abbandona la sua cattedra a Scutari per trasferirsi a Milano, fino alla produzione odierna in un percorso raccontato nella varietà di linguaggi che l’artista utilizza nel suo lavoro.
Disegno, pittura, scultura, installazioni, video, suoni…, Paci non si risparmia e realizza le sue opere servendosi di svariate tecniche e materiali, senza prediligerne uno in particolare, determinando una notevole libertà di espressione e stile: video e film possiedono spesso la sintesi visiva della pittura e, viceversa, questa sembra avere il ritmo narrativo del cinema, ricorrendo spesso al formato del fotogramma, al flusso continuo delle immagini, alla struttura in serie. Certo, oggigiorno con tutti questa tecnologia che ci sovrasta e questi smartphones, fare un video è un gioco da ragazzi; tecnicamente potremmo essere tutti artisti e i più credono davvero di esserlo! Dietro ai video di Paci però c’è molto lavoro, c’è una trama, scene ben create, suoni ben studiati, oltre a un sapiente montaggio. Per i più tradizionalisti (ma stiamo comunque parlando di arte contemporanea…) al PAC sono esposti anche acquerelli, la serie di disegni su carta e le gouaches montate su tela, insieme ad acrilici su legno. L’artista combina narrazione, rigore formale e riflessione sociale per creare visioni poetiche e problematiche delle trasformazioni politiche e umane. Nelle opere prodotte da Paci all’inizio della carriera, influenzate dal clima culturale che i paesi dell’ex blocco sovietico respiravano dopo la caduta del Muro di Berlino, il tema dell’immigrazione si univa alla riflessione sul ruolo delle immagini nel raccontare le esistenze. A partire da questo nucleo – in cui autobiografia e cultura si sovrappongono – l’artista ha ampliato negli anni i confini reali e metaforici del proprio lavoro, esplorando temi universali come la perdita, il movimento costante dei popoli nello spazio e nel tempo, la ricerca di un altrove umano, geografico e geopolitico, argomento sviluppato dall’esperienza dell’emigrazione e della memoria personale.
Il titolo Vite in transito è un riferimento ai temi più importanti della produzione artistica di Paci: la figura umana occupa un ruolo centrale nel suo lavoro e diventa fonte di narrazione, immaginazione e speranza. Le sue opere mostrano non solo una varietà di tecniche ma anche una varietà di argomenti, passando attraverso il cinema e le opere di Pasolini, il matrimonio, il viaggio, l’incontro – tema caro all’artista – l’erotismo, la guerra, la vita. La prima opera che si incontra è una grande bobina di legno dipinta con immagini erotiche tratte da Pasolini, accompagnata da una serie di acrilici con “fotogrammi” sempre di Pasolini. Da qui in successione tutti i video: gli uomini in marcia verso un aereo pronto a decollare in Centro di Permanenza Temporanea (2007); i volti estatici dei fedeli raccolti di fronte all’icona sacra di pilgrIMAGE (2005), i lamenti della prefica che celebra il passaggio dalla morte alla vita in Vajtojca (2002), la simbiosi tra uomo e animale di Inside the Circle (2011), fino all’artista stesso che entra in contatto con il pubblico stringendo ad una ad una le mani dei presenti in The Encounter (2011). In mezzo al salone troneggia maestosa la protagonista dell’ultima opera filmica, The Column (2013), esposta per la prima volta in un’istituzione italiana e prodotta con il contributo dello Jeu de Paume di Parigi, il Roda Sten Konsthall di Gotebord e il Trondheim Museum, insieme naturalmente al PAC. I video non durano poco perciò il visitatore metterà in conto di passare un po’ di tempo a visitare questa mostra. I visitatori più pudichi probabilmente ci metteranno meno tempo per visitare le sezioni a contenuti erotici che però mai scadono nella pornografia.
Passati indenni le video installazioni del salone centrale si può salire al livello superiore, dove la mostra è arricchita da un contributo di Giovanni De Lazzari, artista formatosi con Adrian Paci durante gli anni del suo insegnamento all’Accademia di Belle Arti di Bergamo. De Lazzari ha concepito un intervento artistico di natura installativa realizzato attraverso la selezione e inclusione di materiali, per la maggior parte inediti, provenienti da una collezione privata di Milano. Essi raccontano, per chiudere il cerchio, gli esordi della carriera di Paci e approfondiscono la dimensione delle fonti e il loro montaggio all’interno del discorso espositivo.

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La mostra continua:
PAC – Padiglione d’Arte Contemporanea
via Palestro 14 – Milano
orari martedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica 09.30 – 19.30
giovedì 09.30 – 22.30
lunedì chiuso
ultimo ingresso un’ora prima della chiusura
festività 1 novembre, 7 e 8 dicembre aperto 9.30 — 19.30
24 e 31 dicembre aperto 09.30 — 14.30
25 dicembre e 1 gennaio aperto 14.30 — 19.30
6 gennaio aperto 9.30 — 19.30
fino a lunedì 6 gennaio 2014
www.pacmilano.it

Adrian Paci
Vite in transito
a cura di Paola Nicolin e Alessandro Rabottini
promossa e prodotta dal Comune di Milano – Cultura, PAC e CIVITA

Pubblicazione:
Adrian Paci – Transit
realizzato in coproduzione con Jeu de Paume e Musée d’Art Contemporain di Montréal
pubblicato da Mousse Publishing

Iniziative collaterali:
Public Program
ciclo di incontri sui temi della dislocazione e dell’economia espansa
a cura di Gabi Scardi
realizzato con il sostegno di NCTM e l’arte
tutti gli incontri si svolgeranno all’interno del PAC ad ingresso libero fino ad esaurimento posti.
Marubi, un italiano a Scutari
martedì 12 novembre 2013 ore 19.00
Lucjan Bedeni, direttore della Fototeca Marubi di Scutari conversa con Lucia Nadin Bassani, albanologa
Dare forma al talento. L’uomo nell’età della tecnica
martedì 26 novembre 2013 ore 19.00
con Umberto Galimberti, filosofo
Margini della crisi/margini contro la crisi
martedì 3 dicembre 2013 ore 19.00
con Federico Rahola, docente di Sociologia dei processi culturali presso l’Università di Genova