Arte e scienza si scambiano le parti

Fino al 10 settembre, negli spazi dell’Ex Dogana, è in scena ArtFutura, festival che mette in rapporto le nuove tecnologie e i linguaggi artistici.

La cultura del Novecento ha dimostrato innumerevoli volte quanto sia ingenuo e fuorviante credere nella possibilità di mettere ordine tra le molteplici manifestazioni della creatività e della spiritualità umane: decidere arbitrariamente dove inizi l’arte e finisca la comunicazione massmediale, o dove inizi la scienza e finisca l’arte, rappresenta un compito destinato il più delle volte al fallimento. Quando intuizione creativa, esplorazione della materia e interazione tra soggetto e ambiente, diventano protagoniste dell’agire umano, allora non solo si confondono sperimentazione artistica e sperimentazione scientifica, ma saltano anche i confini tra le varie modalità espressive, nonché tra i vari settori della scienza: arti visive, animazione digitale, scultura, sperimentazione ingegneristico-meccanica, dispositivi tecnologici, e ancora architettura, cinema astratto, videoarte…questo vortice potrebbe continuare ad estendersi in maniera indefinita, soprattutto facendo riferimento alla funzione essenziale che i nuovi media e le tecnologie digitali hanno assunto negli ultimi decenni. Da oltre 26 anni, il festival internazionale itinerante ArtFutura ha lanciato un occhio verso il futuro che di volta in volta si andava e si va annunciando e definendo, portando nelle più importanti città del mondo le opere di alcuni dei protagonisti di questo nuovo orizzonte artistico-scientifico. Quest’anno, e per tutto il corso della stagione estiva, Art Futura. Creature digitali è a Roma, negli spazi dell’Ex Dogana, che accolgono un allestimento straordinario capace di offrire al fruitore un’esperienza immersiva e avvincente.

Non è un caso che il sottotitolo del festival suoni Arte e scienza: un confine inesistente; di fatti, le opere esposte dimostrano come tale confine liminare tra i due settori si sia sempre più affievolito fino quasi a scomparire; da un lato la scienza per definizione rivolge la sua attività al soddisfacimento di esigenze pratiche, dall’altro l’arte, se non vuole svanire nella più totale inconsistenza relegandosi nell’autocompiacenza tautologica è necessario che trovi un settore limitrofo nel quale potersi tradurre nella sfera dell’applicabilità pratica. Questo settore può essere il linguaggio pubblicitario, il design, la videomusica, l’architettura, il web, fino ad arrivare, appunto alla scienza.

Si tratta della dimensione più interessante entrando in contatto con le opere degli autori in mostra: il giapponese Sachiko Kodama parte dallo studio del comportamento dei metalli liquidi (ferrofluidi) in relazione ai campi magnetici, mentre la sperimentazione ambientale e videoinstallativa di Paul Friedlander propone uno spazio sinestetico dove una serie di elementi cinetici definiscono un’opera site specific di grande impatto. Can Buyukberber propone un video proiettato su un monitor di 13 metri dove figure digitali e algoritmiche danno vita a un viaggio quasi mistico, e altrettanto potenti sono le straordinarie immagini di Esteban Diàcono, videomaker argentino, uno dei protagonisti principali della nuova scena di animatori digitali; i suoi video propongono deformazioni e visioni distorte e surreali dove le leggi della fisica appaiono sconvolte, sempre con un tono ironico e suggestivo. Di approccio ingegneristico l’opera Organic Arches di Chico MacMurtrie, scultura dinamica in perenne movimento, che si trasforma in rapporto all’aria introdotta; il movimento lentissimo e cadenzato sembra quasi dare vita all’inanimato, offrendo a quello che appare come un esperimento di laboratorio un significato allegorico e filosofico. Nel percorso, anche una serie di produzioni video del collettivo inglese Universal Everything, dove ancora una volta la sperimentazione digitale incontra la sensibilità propria della dimensione artistica.

Emozione artistica e indagine scientifica si rincorrono scambiandosi le parti; così, solo nella compenetrazione a volte stridente tra i due ambiti, entrambi rinunciano alla loro presunta priorità e al loro isolamento, entrando finalmente in contatto col vasto pubblico.

La mostra continua:
Ex Dogana di Roma
Via dello Scalo di San Lorenzo, 10 

ArtFutura. Creature Digitali
dal 29 aprile al 10 settembre
da martedì a mercoledì: 12.00 – 22.00; giovedì e venerdì: 12.00 – 1.00; Sabato: 10.00 – 1.00; Domenica: 10.00 – 22.00