Il trionfo della città eterna

Il Museo della Fondazione Roma propone al pubblico una splendida e completa mostra sull’epoca che ha segnato la rinascita artistica e culturale della città.

Roma non sarebbe Roma senza il Barocco, la stagione che ha decretato la rinascita e la ricostruzione della città eterna nell’epoca segnata dalla reggenza di tre papi, Urbano VIII, Innocenzo X e Alessandro VII; il Seicento non è stato il Secolo d’Oro solo per il regno spagnolo evidentemente, ma ha sancito il recupero dei fasti regali e imperiali di Roma che necessitava di una nuova generazione di artisti, di inedite soluzioni formali e architettoniche, di un rinnovamento visivo che potesse accompagnare al meglio la propaganda controriformista e confermare ancora una volta la centralità e il potere di Sacra Romana Chiesa. Dalla metà del Cinquecento fino a tutto il Seicento, Roma divenne il fulcro delle committenze più significative; già il Cinquecento, grazie soprattutto a Michelangelo e Raffaello, aveva contribuito a ristabilire il ruolo di Roma nei confronti di Firenze e Venezia, protagoniste indiscusse del Quattrocento rinascimentale, ma è proprio con l’opera di artisti come Bernini, Borromini, Carracci che l’attuale capitale d’Italia ha potuto nel XVII secolo ristabilire la sua supremazia nel mondo.

Alla luce del fatto che la Roma che oggi ammiriamo è per buona percentuale proprio la Roma dei fasti del Barocco, la mostra inaugurata il 1 aprile e visitabile fino a fine luglio presso il Palazzo Cipolla della Fondazione Roma diventa l’occasione di conoscere più a fondo la città, oltre al privilegio di godere di una selezione di opere di indubbio valore. La mostra Barocco a Roma. La meraviglia delle arti si inserisce all’interno di una sequenza di eventi espositivi realizzati sempre dalla Fondazione Roma nel corso degli ultimi anni, che ci hanno portato alla riscoperta dell’evoluzione, della trasformazione della città dal Medioevo al Quattrocento, per poi passare al Cinquecento e adesso appunto a quello che forse è il culmine della creatività e della spettacolarizzazione della città. Per questo è indicativo il titolo della mostra: “arti”, al plurale, a intendere come questa stagione di svecchiamento culturale e artistico abbia coinvolto tutto lo spettro delle modalità espressive, dalla pittura alla scultura innanzitutto, ma anche l’architettura, il teatro, la musica.

La mostra copre egregiamente buona parte di questo orizzonte (sarebbe stato interessante fare qualche cenno alla musica, e approfondire meglio l’ambito del teatro), concentrandosi soprattutto sull’ambito urbanistico, con la proposta di una serie di acqueforti e documenti, nonché schizzi e disegni preparatori a matita, di alcuni dei maggiori protagonisti di quell’epoca. Le sculture e le tele esposte sono pezzi noti e di grande valore, che già da sole dovrebbero giustificare la visita alla mostra: la potenza e l’estro di Rubens e del Baciccio che incarnano al meglio la dimensione di tensione della forma e il superamento dei canoni di equilibrio e simmetria tipici dell’Umanesimo rinascimentale, così come la cupezza del gioco di luci e ombre nonché la teatralizzazione e l’enfasi dei sentimenti di Lanfranco e Guercino. Si tratta di un’epoca che rivendica una diversa concezione del sacro, una rinnovata spinta nell’ignoto piuttosto che una fiducia assoluta nella razionalità: il Barocco è l’anelito a Dio, alla luce dello spirito come invisibilità, trascendenza assoluta, davanti alla quale la forma può solo sfrangersi, accartocciarsi, oppure vibrare di energia perché la divinità la contiene.

Splendidi anche i bozzetti realizzati dal Bernini per le sue opere più note, visitabili per le piazze e le chiese di Roma, ma anche le opere che testimoniano le origini della pittura da paesaggio che prende avvio da un’intuizione del Carracci per poi venire acquisita al meglio dall’immaginario bucolico di Nicolas Poussin e Salvator Rosa; per concludere, un ulteriore riconoscimento di questa esposizione è rappresentato da tutta la serie di attività ausiliari, cosiddetti “eventi satellite”, che si susseguiranno per il periodo della mostra: lezioni e conferenze, attività didattiche rivolte ai più giovani, il tutto per permettere di fare di questo viaggio nel Barocco un viaggio alla scoperta della città di Roma.

La mostra continua:
Fondazione Roma Museo – Palazzo Cipolla
Via del Corso 320,Roma
dal 1 aprile al 26 luglio 2015
lunedì dalle ore 15.00 alle 20.00
dal martedì al giovedì e la domenica dalle ore 10.00 alle 20.00
venerdì e sabato dalle ore 10.00 alle 21.30