La metafisica degli ambienti della Galleria Borghese

galleriaborgheseUna serie di straordinarie fotografie dell’artista tedesca Candida Höfer sono esposte per tutta l’estate, a testimonianza di una celebre mostra di un anno fa.

La Galleria Borghese è uno di quei luoghi che potrebbero essere frequentati all’infinito, perché tornarci e ritornarci significa fare sempre un’esperienza in qualche modo nuova e differente; questo è dovuto alla magia del luogo, e ovviamente all’inestimabile patrimonio conservato al suo interno, che a elencare i nomi impiegheremmo troppo tempo senza riuscire a essere esaustivi. Quando si parla dell’orgoglio nazionale e dell’invidia dei musei e delle istituzioni di qualsiasi altra parte del mondo, ci riferiamo a questo: la collezione Borghese è decisamente una delle più significative e importanti di sempre. E pensare che sarebbe potuta essere persino superiore a come è, se non fosse che gran parte della sua storica collezione, quella che il cardinale Scipione Borghese aveva messo insieme agli inizi del XVII secolo, fu svenduta all’imperatore Napoleone Bonaparte nel 1807 dal cognato Camillo Borghese, erede della dinastia. Da quell’anno, gran parte della collezione di arte antica fu trasferita al Louvre, e ad oggi rappresenta una delle parti di maggior prestigio del museo parigino. Lo scorso anno, precisamente da dicembre 2011 ad aprile 2012, avvenne però qualcosa di inconsueto, un’occasione unica più che storica di ritornare agli antichi fasti della collezione, attraverso la possibilità di ammirare nuovamente i reperti archeologici nella loro collocazione originaria; questa occasione è stata il frutto di un accordo stabilito tra i due musei che ha ricondotto i capolavori dell’antichità, anche se per un periodo limitato, all’interno della Galleria di Villa Borghese.
Certo, quella straordinaria occasione è passata ormai da diverso tempo, ma una grandissima artista e fotografa tedesca, ovvero Candida Höfer, classe 1944 ed esponente eccezionale della Scuola di Düsseldorf, attraverso una serie di sue opere ci concede di rivivere in maniera magica quei momenti, immortalati in immagini che sole conservano la preziosità quasi metafisica degli spazi della galleria come non li abbiamo e non li potremo mai più vedere. Si tratta della mostra Candida Höfer per la Galleria Borghese, progetto fortemente voluto dalla Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico, e dal Polo Museale della città di Roma.
D’altronde la Höfer, le cui opere sono ospitate nei musei di arte contemporanea più importanti del mondo, è l’artista della sua generazione che meglio riesce a restituire il mistero e la sacralità dei luoghi, siano essi metropolitani, uffici, banche, ma anche i luoghi adibiti alla cultura pubblica e la memoria civile come biblioteche, musei e archivi. Il suo stile sembra infatti perfetto nella Galleria Borghese, come testimonianza di quel momento effimero di ricomposizione dell’infranto, il momento irripetibile di reintegrazione della gloria della collezione di Scipione: parlavamo di metafisica, e termine più adatto non potrebbe esistere se ammiriamo queste sette grandissime fotografie disposte all’interno della Sala del Lanfranco, e visitabili dal 20 giugno fino al prossimo 15 settembre. Un’occasione imperdibile da cogliere nel corso dell’estate, per poter ammirare con emozione il ripetersi paradossale di ciò che non potrà mai più ripetersi, ma che i luoghi e gli ambienti hanno stratificato al loro interno.

clicca per ingrandire

La mostra continua:
Galleria Borghese

piazzale Scipione Borghese, 5 – Roma
orari: martedì – domenica, 9.00 – 19.00

www.galleriaborghese.it

Candida Höfer per la Galleria Borghese
aperta sino al 15 settembre 2013
a cura di Mario Codognato, Anna Coliva, Marina Minozzi
in collaborazione con Artemisia Group e Telecom Italia