L’uomo che rese l’Inferno affascinante

Nella Biblioteca di Palazzo Isimbardi fino al 13 gennaio: Dante 100 x 100, una mostra accattivante su quanto la Divina Commedia ancora oggi sia stimolo intellettuale e artistico.

 
Molto spesso le opere letterarie che vengono considerate pilastri di una cultura rischiano operazioni di revisionismo, banalizzazione o inflazionamento fino alla nausea.Ma la Divina Commedia, nonostante i suoi quasi sette secoli di vita (fu composta tra il 1302 e il 1321) non ha mai perso la sua importanza: costante punto di partenza per riflessioni politiche e civili sull’oggi – sconvolgente l’attualità dei canti politici dell’inferno, ovvero VI, XVI e XXVI; inesauribile fonte immaginativa per gli artisti, per citarne solo alcuni Beato Angelico, Botticelli, Delacorix, Ingres, Bouguereau, Dalì, Guttuso; parametro indiscusso per la storia della letteratura mondiale e Italiana in particolare.
Ma di tutta l’opera, la cantica più riuscita e appassionante è indiscutibilmente l’Inferno: la grandezza di Dante è quella di averlo reso un luogo avvincente e stimolante, non tanto per le creature fantastiche e leggendarie con le quali l’autore lo caratterizza, ma primariamente perché parla di esseri umani colti nelle loro debolezze e non a caso i canti di sconvolgente bellezza, sono quelli in cui l’autore partecipa emotivamente alle sofferenze dei dannati perché sa che nel “vano error” (il peccato) lui stesso potrebbe incorrere, in quanto uomo.

Solo da questa lettura appassionata della Commedia – spesso dimenticata nella formazione liceale a favore di una logica da “obbligo da programma scolastico” – possiamo spiegarci perché nel 2002 a due artisti di caratura internazionale come Giacomo Lodetti e Daniele Oppi (insieme alla cooperativa Raccoltoedizioni) sia venuto in mente di convocare artisti della nostra contemporaneità per un progetto che permettesse ad ognuno di dare una personale rappresentazione della cantica a loro assegnata; sono già pronte tutt’e 100 le opere che si rifanno ai 100 canti dell’intera Commedia: per il momento alla biblioteca del Palazzo Isimbardi sono esposte quelle legate all’Inferno. Sempre grazie alla cooperativa Raccolto le opere hanno avuto la loro prima esposizione nel comune di Robecchetto con Induno (MI) l’anno scorso e da novembre hanno trovato la loro nuova sede momentanea nel centro di Milano. In questa occasione il comune aveva chiesto in prestito un’opera di prestigio in possesso della biblioteca ed esposta anche in questi giorni, vero pezzo forte della mostra: la Divina Commedia illustrata da Amos Nattini. Artista dell’inizio del XX secolo che, stimato e richiesto da D’Annunzio – illustrò le sue Laudi – si cimentò in molte opere simboliche e patriottiche in tempo di guerra, e al quale per il sesto centenario Dantesco (1921) venne commissionato questo patrimonio artistico d’inestimabile valore: ne esistono poche centinaia di copie e in Italia l’unica disponibile al pubblico è questa; quasi tutte furono acquistate da istituti esteri o da privati. Al di là della divina pazienza nell’incidere tutto il testo su lastre di rame, stampandolo poi foglio per foglio con una tecnica a mo’ di acqua forte, la ricchezza di quest’opera (un volume con rivestitura in cuoio di 1,50m x 80cm) sta nella potenza figurativa delle illustrazioni che mescolano abilmente atmosfere oltremondane e circostanze fortemente umane, sfumature cromatiche forti come la violenza e tinte tenui come il peso della colpa, soggetti simbolici, mitici e soggetti fortemente plastici, reali.

La mostra si snoda all’interno della biblioteca attraverso pannelli riepilogativi dei contenuti delle cantiche e pannelli con le opere dei 34 artisti in questione, tra nomi noti anche al grande pubblico (per farne alcuni: Treccani, Tadini, Oppi, Sleiter, Sanguineti) e nomi meno noti o che si stanno facendo strada negli ultimi decenni. Daniele Oppi ha personalmente contattato gli artisti e attraverso il carteggio (posto a fianco delle opere) tra il curatore e l’artista comprendiamo quanto l’assegnazione del canto non sia stata mai casuale. A seconda dei contenuti, dei personaggi, delle suggestioni che ogni canto evoca, Oppi ha rivisto in ciascuna un diverso artista, e questa specificità dell’assegnazione si evince dallo stampo così peculiare che ogni autore ha dato alla propria opera: a fianco alle creazioni più descrittive o esplicitamente legate ai contenuti, come quelle di Ragozzino, Sanguineti, Roggino, Colli o Viggi, ci sono opere apparentemente autonome rispetto al proposito ma in realtà intimamente legate a livello di emozioni e suggestioni che essa può evocare – come nelle opere di Sleiter, Granetto, Cenci o Galbusera per citarne solo alcuni.

Da ricordare a livello logistico, l’importanza di Francesco Oppi (figlio di Daniele) e La società Umanitaria, senza i quali il progetto non sarebbe stato possibile. Per le prossime “puntate” verosimilmente le esposizioni saranno entrambe nel corso del 2013: a causa degli sconvolgimenti politici legati alla provincia di Milano, purtroppo la Biblioteca del Palazzo teme di risentire in futuro di grossi problemi logistici. Ci hanno comunque rassicurato che un qualche modo per proseguire le esposizioni si troverà; ne varrebbe veramente la pena, fosse anche soltanto per vedere gli altri due volumi dell’opera di Amos Nattini.
 
[nggallery id=20]

La mostra continua:
Biblioteca di Palazzo Isimbardi
via Vivaio 1- Milano
fino a domenica 13 gennaio

Dante 100×100
curatori Giacomo Lodetti, Daniele Oppi, Francesco Oppi
artisti: Treccani, Sleiter, Ragozzino, Baratella, Granetto, Sanguineti, Tadini, Benedetti, Pizzi, Oppi, Mori, Viggi, Roggino, Mariani, Ognibene, Cenci, Galbusera, Jannelli, Colli, Parolo, Vinotti, Lo Russo, Crivelli, Lodola, Marchesotti, Draghi, Abbati, Bellini, Venturino, Negri, Ventura, Lombardi, Camillo, Reggianini.
iniziativa di Raccoltoedizioni in coordinamento con Società Umanitaria
col patrocinio e contributo di Comune di Inveruno e Società Dante Alighieri