Architettura, non architetti

Si chiude con un buon risultato di ingressi e spettatori l’edizione 2014 della Biennale di Architettura curata da Rem Koolhaas, che è stata in grado di nutrire dubbi e riflessioni più che dare certezze.

Nel 1980 Paolo Portoghesi curava la prima Biennale di Architettura dal titolo La presenza del passato; dopo trentaquattro anni Rem Koolhaas, che a quella prima Biennale fu invitato a partecipare al progetto di Strada Novissima (oggi ritenuto il manifesto dell’architettura postmoderna), è il curatore di Fundamentatals – 14. Mostra Internazionale di Architettura (Venezia 7.06-23.11).

Questa di Koolhaas è stata una Biennale di ricerca sull’architettura, un’edizione dedicata «all’architettura e non agli architetti». Nulla o quasi in architettura è rimasto da inventare, è questo che Koolhaas sembra volerci dire, ed è per questo che invita il mondo dell’architettura a un momento di verifica di quanto fatto e prodotto finora. Ripartire dai fondamentali è per Koolhaas occasione e necessità per indagare il passato e il presente. Magari riflettere indagando, per poi magari ripartire con una consapevolezza programmatica meno ottusa e capace di restituire all’architettura una dimensione “morale”.
Tre sono le sezioni in cui è stata organizzata la mostra: Elements of architecture nel Padiglione Centrale; Absorbing modernity 1914-2014 nei padiglioni dei singoli paesi ai Giardini; Monditalia all’Arsenale.

Elements of architecture esamina le componenti fondamentali di ogni edificio: il pavimento, il muro, il soffitto, il tetto, la porta, la finestra, la facciata, il balcone, il corridoio, il caminetto, la toilette, la scala, la scala mobile, la rampa. «Dio è nei dettagli» affermava Mies, ecco allora la playlist di maniglie d’autore e la raccolta di gabinetti storici che guadagnano la dignità di elemento architettonico primigenio. Se è vero che in architettura vale la teoria olistica – per cui ogni edificio nel suo complesso presenta caratteristiche proprie non riconducibili alla somma delle sue parti – è altrettanto vero che è necessario leggere e analizzare singolarmente le parti per decifrare l’intero. Il risultato è una disanima dell’evoluzione degli elementi architettonici, in alcuni casi forse meramente analitica, ma sicuramente chiara nella descrizione dello sviluppo funzionale e morfologico delle singole componenti.

Absorbing modernity 1914-2014 è l’unico tema condiviso dai 66 paesi partecipanti (il numero dei paesi partecipanti è salito da 55 a 66, dieci sono i paesi che hanno partecipato alla mostra per la prima volta). Ogni architettura è figlia del suo tempo, simulacro funzionale alla memoria, si fa portavoce nel presente e testimone nel futuro delle contingenze storiche di ogni luogo. Con questa consapevolezza Koolhaas ha invitato ogni paese  a raccontare i momenti e gli eventi fondamentali della propria modernizzazione, prendendo come arco temporale gli ultimi cento anni. Ciò che emerge è che l’utopia totalitaria della modernizzazione si è scontrata con il carattere contingente dell’architettura. Ogni paese ha assorbito la modernità salvaguardando il proprio carattere locale e particolare, e declinando la modernità alle proprie esigenze.

Monditalia elabora una lettura del paese Italia, paese ospitante la Biennale, assunto come emblema del momento attuale tra crisi e potenzialità. Ciò che viene messa in scena (attraverso un approccio interdisciplinare che coinvolge anche Cinema, Musica, Danza e Teatro) è la condizione contemporanea del nostro paese attraverso una mappatura della nostra architettura, tecnologia, politica, economia e religione. Tanti i dati che emergono da questa ricerca sul nostro paese. Un dato fra tutti: in Italia ci sono 147.000 architetti, uno per ogni 414 abitanti (negli USA c’è un architetto ogni 1.490 abitanti).

Un modo per dire di non fare studiare architettura ai propri figli?

L’evento è andato in scena:
Fundamentals. 14° Mostra Internazionale di Architettura
curata da Rem Koolhaas
Giardini della Biennale, Arsenale – Venezia
dal 7 Giugno al 23 Novembre