La Fabbrica e la Città, emozioni e sensazioni

Una suggestiva unione delle opere di Gabriele Basilico e Domenica Regazzoni.

Chi si trova nel centro brulicante della città della moda e si trova a cercare regali di Natale in via Torino deve assolutamente fare due cose: primo, entrare per qualche minuto nella chiesa di Santa Maria in San Satiro e osservare, in silenzio, una delle più belle realizzazioni architettoniche di sempre e la meravigliosa illusione prospettica del Bramante. Secondo, entrare allo spazio Bel Vedere in via Santa Maria Valle per osservare, sempre in silenzio, La fabbrica e la città, mostra che propone ancora per qualche giorno una serie di opere fotografiche in bianco e nero realizzate da Gabriele Basilico (Milano, 1944) nelle aree ex Falck di Sesto San Giovanni tra il 1996 e il 1999 e opere pittoriche su tela di Domenica Regazzoni (Bellano, 1953) realizzate in parte per la mostra Regazzoni & Dalla del 1998 e in parte più recenti.

Uscire da via Torino ed entrare nel vicolo sembra portare lontani in un altro mondo, e rimanere a guardare le fotografie di Gabriele Basilico sembra il passaggio naturale verso un luogo lontano anni luce. Il silenzio rimbomba nella orecchie e sembra quasi di sentire dei rumori provenire dalle profondità dei capannoni. Non esistono parole migliori per descrivere il momento se non quelle dello stesso Basilico alla presentazione del libro SestoFalck, 2011: “Un luogo di rovine a suo modo spettacolare la cui sospensione temporale era accompagnata da un silenzio appena interrotto da un battito d’ali di un uccello in fuga, o da lamiere penzolanti agitate da colpi di vento. Un’atmosfera densa, malgrado l’inattività, ancora carica di tensione, impregnata dall’odore di olii minerali mischiati alla polvere, e dai residui di ferro e cemento. Una percezione dello spazio inesorabilmente legata a un tempo che si è fermato e ha lasciato un’intensa scia di memoria del passato”. Un’atmosfera che Giuseppe Frangi accosta a quella che rimane dopo una guerra, dopo il rombo di una potenza, dopo i tuoni e la distruzione: silenzio “carico” e rumori delicati, raggi di luce che penetrano dai pertugi. Sensazioni che vengono trasmesse perfettamente dalle fotografie in bianco e nero e caratterizzate da una sorprendente nitidezza di tutti i particolari (anche dell’unico che non volevamo notare, seppur “lontano” nella foto: la monovolume parcheggiata esattamente al centro di una delle prospettive) che diventano irreali.

Diametralmente opposte le opere di Domenica Regazzoni: astratte e vivacemente colorate. Apparentemente lontanissime dalle fotografie di Basilico, lo sono sì nella forma, ma non nel contenuto, dove rimane il tema della città e trova evocative assonanze in uno strano amalgama con le fotografie di Basilico per una proposta inedita (e originale). Non solo pittura, le opere sono composizioni di forme cangianti, di frammenti di tele leggere, di stoffe ruvide e di pezzi di juta. Nell’intenzione dell’artista attraverso lembi lacerati, grumi di colore e colature richiamano la quotidianità e muri offesi: le sue tele infatti “sono costruite nell’equilibrio tra due componenti dicotomiche, la luce dell’energia vitale che è sostanza delle città e la zavorra greve delle sacche di passato con cui sempre ci si trova a convivere.” (cit. Giuseppe Frangi). Dovevano essere zucchero e catrame, per dirla con parole usate da Lucio Dalla, ma al lettore sembrano essere solo zucchero, almeno ad una prima analisi. Il catrame è troppo evidente nelle fotografie di Basilico, qui va ricercato. Sotto ai colori, sotto alle tele. Davanti c’è la poesia, i colori del cielo come tutti noi lo vorremmo vedere, azzurro o rosso al tramonto, viene in mente la brezza del mare e il profumo dei fiori. Solo in altri particolari come i lembi strappati o alcune parti di tela che sembrano staccarsi torna in mente quel contesto urbano, con muri imbrattati, rimasugli di terreni con sterpaglie incolte, una cancellata divelta e ormai arrugginita che la pittrice vede ogni giorno uscendo da Milano per recarsi nel suo studio di Peschiera Borromeo. Forse è solo il contesto che lo fa vedere. In fondo davanti a tali opere ciascuno è portato ad immaginare, e forse si immagina ciò che si desidera: perché immaginare una città quando si è già nella città: basta uscire e rientrare nella realtà.

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La mostra continua:
Bel Vedere fotografia
via Santa Maria Valle 5 – Milano
orari: da martedì a sabato dalle 15.00 alle 19.00
ingresso libero
www.belvederefoto.it
 
Gabriele Basilico / Domenica Regazzoni
La fabbrica e la città
aperta sino a sabato 22 dicembre 2012
13 opere fotografiche in bianconero realizzate da Gabriele Basilico nel 1999 nelle aree ex Falck di Sesto San Giovanni e 9 opere su tela di Domenica Regazzoni dedicate a Milano