Quando il contemporaneo incontra il classico – sottovoce

Galleria-d-Arte-ModernaNell’affascinante quanto inconsueta cornice dell’Andito degli Angiolini di Palazzo Pitti si apre la personale di Franco Guerzoni, dal titolo La Parete Dimenticata.

«Con Franco Guerzoni, entra a Palazzo Pitti un artista di lungo corso, che ha nel suo vissuto un elenco impressionante di invenzioni creative, mostre prestigiose, critici d’eccellenza…». Sono le parole di Cristina Acidini, Soprintendente per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Firenze. Si tratta di parole piene di soddisfazione nell’annunciare una mostra che, sempre a detta della dottoressa Acidini, sarà a lungo ricordata sia dal pubblico sia da Guerzoni stesso.
La mostra dell’artista emiliano (Modena, 1948) ha luogo nelle stanze dell’Andito degli Angiolini – dal 23 febbraio al 7 aprile – e il suo titolo, La Parete Dimenticata, è tanto evocativo quanto rivelatore circa le scelte espositive dell’artista.
Curata da Pier Giovanni Castagnoli e Fabrizio D’Amico, l’esposizione è incentrata sui risultati dell’ultimo decennio dell’esperienza dell’artista, ma a essi avvicina, in una sorta di rapporto dialogico, una selezione di opere storiche risalenti agli anni Settanta, quando Guerzoni ricorreva all’utilizzo della fotografia per indagare i temi che gli sarebbero rimasti cari durante tutto il suo percorso artistico: l’usura del tempo, delle rovine, delle archeologie, delle tracce della memoria. Franco Guerzoni parla di sé, non a caso, come di un “archeologo bambino”, un archeologo che sotterra le sue scoperte prima di ritrovarle per restituire loro nuova luce.
Oltre ad opere del passato, la mostra presenta tre lavori eseguiti per l’occasione, ispirati agli spazi espositivi, che lo stesso Guerzoni definisce “tre dediche a Palazzo Pitti”: si tratta di un doppio, grande Strappo d’affresco, che rimanda alla sottostante parete, arricchito da un pendolo che ne tiene in movimento l’immagine, e di un gruppo di piccole grotte dove l’uso della carta si trasforma in scultura – queste, allestite nell’ultima stanza del percorso espositivo, conducono il visitatore alla scoperta del “Museo ideale”. Quello dell’allestimento è stato, infatti, uno tra i problemi principali affrontati da Guerzoni. L’artista modenese non solo voleva creare un rapporto dialogico tra opere risalenti a epoche artistiche diverse, ma desiderava raggiungere lo stesso obiettivo con le preesistenti pitture parietali dell’Andito. Il suo scopo era quello di aiutare l’arte contemporanea a inserirsi nell’antico senza urlare, a passi felpati, dando allo spettatore la sensazione di: «perdersi nel labirinto per poi trovarsi». È così che Guerzoni rinuncia a una mostra “antologica” per far spazio a quella che Pier Giovanni Castagnoli ha definito “d’autore”: ossia un’esposizione protesa a testimoniare la vitalità del movente originario che, ancora oggi, agisce nell’opera dell’artista, con rinnovato vigore. Continua inoltre Castagnoli: «La mostra a Palazzo Pitti evidenzia ed esalta, nella sua brevità, il nocciolo fondante e più tenacemente resistente della visione dell’autore e la sua singolarità: l’arte come restituzione di memoria che produce e avvalora il presente, e l’esercizio della pittura come scavo e rivelazione del corpo attivo della superficie, nella sua inesauribile facoltà generativa».
L’esposizione è accompagnata da un volume edito da Skira contenente, oltre agli scritti dei curatori, un testo letterario di Pietro Cesare Marani, le riproduzioni delle opere in mostra e un ricco repertorio di immagini relative al lavoro di Guerzoni.

La Parete Dimenticata
mostra personale di Franco Guerzoni
Galleria d’Arte Moderna
Andito degli Angiolini – Piazza dei Pitti, Firenze
fino a domenica 7 aprile
orari: da martedì a domenica, ore 8.15 – 18.50 (la biglietteria chiude alle 18.05)
Catalogo Skira