L’effervescenza dei tintinnanti spruzzi e delle acque infestate

Per chi ha voglia di inabissarsi nelle nuance nascoste dell’H2O la mostra Flussi presso Anna Marra Contemporanea è sicuramente un appuntamento da non perdere.

Immergersi, perdendo la rotta, la bussola si getta negli abissi e si naviga con la sola voglia di scoprire un nuovo Eden; terra promessa e ritorno alle origini, tuffandosi nel familiare fluido, dove tutto ha avuto inizio, dove riaffiorano sensazioni conosciute, ordinarie e piacevoli che elettrizzano la pelle. Il respiro si armonizza con i rumori sintetizzati dell’acqua, che chiassosa e misteriosa svela la sua presenza nelle installazioni di Licia Galizia in mostra nella personale Flussi allestita all’interno degli spazi della galleria Anna Marra Contemporanea. L’artista qui affronta il tema dell’acqua di cui tanto si discute oggi in rapporto al tema del consumo e dell’inquinamento. Bene inestimabile e dono per l’umanità, l’H2O è certamente la molecola della vita, senza di essa nessun organismo potrebbe crescere ed evolversi e la morte sarebbe l’unica sovrana della Terra. Affascinata da tale visione Galizia crea una serie di installazioni scultoreo-musicali interattive site-specific, con le quali il fruitore può interagire accarezzando e ascoltando la storia che echeggia dalle onde, dagli zampilli, e dagli spruzzi che danzano giocosi. Entrata in contatto nel 2005 con il CRM Centro Ricerche Musicali di Roma Licia Galizia crea opere poetiche ed evocative, che si avvalgono del suono e del rumore non solo come elemento puramente decorativo, ma come parte inscindibile del lavoro: il suono diviene l’anima e la parola delle sculture che sono così in grado di narrare le loro vicissitudini. Così con le note di Michelangelo Lupone e Laura Bianchini, l’acqua prende vita e diventa reale e vitale in tutte le sue sfumature emotive; si muove e ondeggia al ritmo del contatto che instaura con il fruitore. Eterea e fluttuante, impetuosa e travolgente, ogni sfaccettatura è specchiata nelle dinamiche oasi che si relazionano connettendosi tra di loro, come i fili di una ragnatela.

Licia Galizia, Fonte Gialla, 2018, Legno, Vernice E Vetro Sintetico Verniciato, Base 80x90 Cm, Completa Di Lastre 115x95x43 Cm

In mostra il percorso creato dall’artista è accidentato e dissestato nella prima sala dove con Mare Oscuro il visitatore non solo si trova davanti un agitato e aggressivo mare nero, ma è anche costretto a doverlo circumnavigare, obbligandolo ad attraversare un passaggio strettissimo che lo pone quasi con le spalle al muro. Il suono delle onde è forte quanto le persone che ne sfiorano le minacciose creste, e anche questo tende a schiacciare il fruitore al limite del confine. Opera politica e sociale Mare Oscuro nasce come denuncia alla crudeltà dei viaggi nel bacino del Mediterraneo degli speranzosi ma ingenui immigrati, che ogni giorno solcano le acque ostili sfidando ostacoli di ogni sorta per approdare all’utopia della loro terra promessa, ma il più delle volte questi vengono ingoiati dalle fauci fameliche del mare che nuoce vittime con una costanza paurosa. Oltrepassata la cupa distesa marina, aspetta il fruitore la quieta Fonte Gialla. Su un terreno arido fuoriescono dei filamenti cartacei, che ricordano dei getti acquosi, ma essi non emettono suoni, sono anch’essi aridi poiché la terra e i gas contenuti in essa avvelenano la fonte rendendola letale. La vita è a rischio e la morte prossima, l’arancione della pitto-scultura è sintomo dalla contaminazione, e colore di allerta che invita gli astanti a prendere in considerazione la situazione e ad agire assumendo un comportamento attivo nei confronti dell’inquinamento; il liquido incolore è un bene troppo prezioso per sprecarlo in modo così incauto questo insegna Fonte gialla ispirata ad una sorgente tossica che sgorga nel lago della città di Dallol in Etiopia. Altra opera silenziosa è Diluvio, una cascata altissima che scatena le sue grida solo tramite la visione della potenza che emana visivamente. Dall’alto dell’angolo del soffitto si getta un torrente che violentemente urta a terra. Un volo d’angelo poetico e maestoso che incanta i visitatori imprigionati nelle acque turbolente sottostanti la cascata. Più avanti il fruitore incontra invece Acqua, una serie di quadri sonori che mettono in mostra il processo di sublimazione dell’acqua, nel quale essa si purifica spogliandosi gradualmente di tutti costituenti nocivi che la intossicano: il colore delle tele passa così dal grigio scuro al bianco candido indicativo della riuscita del filtraggio. I suoni di Michelangelo Lupone rocamboleschi e grevi che personificano la sporcizia infetta dei corsi d’acqua contaminati lasciano il passo ai suoni liberatori e brillanti di Laura Bianchini. Un combattimento accesso quello dei rumori delle sorgenti che trova la sua risoluzione nell’ultimo lavoro in mostra, Fontanile: il suono cessa, il silenzio riempie il cortile e il candore del bianco della fontana inonda di luce la scena designando la disfatta delle impurità.

Licia Galizia, Acqua, 2018, Veduta Dell'installazione

Fondamentalmente Flussi rappresenta l’incontro ideale tra tecnologia e arte, una simbiosi perfetta che mette in primo piano l’arte e l’estetica di essa, senza mancare però di evidenziare anche l’efficacia dello strumento tecnico, che può divenire elemento essenziale per la riuscita dell’opera d’arte. Ancora più interessante è poi l’uso del suono accostato al fluido trasparente che tutti conoscono: ogni suono ha un suo timbro, una sua cadenza, e una sua personalità che identificano imprescindibilmente ogni striscia di cartoncino, dalle nere alle bianche. I due musicisti Lupone e Bianchini si occupano proprio di questo: lui iniettando una buona dose di aggressività e forza oscura, e misteriosa porta a galla la potenza distruttrice insita nel liquido, lei mantenendo i toni soffusi e placidi vitali e brillanti dell’acqua benevola. Sensazioni e percezioni si mescolano nel gioco delle impressioni e astrattamente quello che era carta trasmuta aspetto con un’operazione elementare di stilizzazione. Minimalista e al contempo concettuale l’opera di Licia Galizia si impone agli occhi del fruitore in tutta la sua essenzialità e genuinità; rapiti e storditi è sorprendente sdoppiare l’immagine che si vede fantasticarsi di fronte a torrenti, cascate, e mari.

La mostra continua:
Galleria Anna Marra Contemporanea
Via Sant’Angelo in pescheria, 32 – Roma
dal 18 aprile al 26 maggio

Licia Galizia – Flussi
a cura di Isabella Indolfi