I sogni si realizzano un mattoncino alla volta

Prorogata fino al 3 aprile, ospitata nei 1.200 mq dello Spazio Eventi Tirso, The Art of the Brick è tra le dieci mostre al mondo che la CNN consiglia di non perdere.

Oltre 1 milione di mattoncini LEGO assemblati (e incollati) tra loro danno forma a più di 80 sculture grazie alla genialità e alla pazienza di Nathan Sawaya, ex avvocato newyorchese che nel 2004 decide, per una irrinunciabile follia, di abbandonare il lavoro e la carriera per ricominciare a giocare con i LEGO come faceva da bambino.

Un’ode al colore nell’universo magico ed inesauribile dei LEGO, in cui la semplicità di mattoncini assemblati tra loro genera la complessità di stupefacenti opere d’arte. I LEGO, che negli ultimi ottanta anni hanno contribuito a definire il concetto stesso di gioco (lo stesso nome LEGO, deriva dall’espressione danese “legt godt” la cui traduzione letterale è “gioca bene”), si trasformano nelle mani di  Nathan Sawaya da comune giocattolo ad opere d’arte. L’esito è una mostra stupefacente, di inaspettata intensità, che allo spettatore adulto fa rivivere lo stupore e l’immaginazione dell’infanzia e conduce lo spettatore bambino in un luogo magico, un microcosmo felice in cui praticare l’arte giocando.

Tra Il Pensatore di Rodin (4.332 mattoncini), il David di Michelangelo (16.349 mattoncini), il Bacio di Klimt (18.893 mattoncini) e l’Urlo di Munch ( 3.991 mattoncini ), il microcosmo dei LEGO appare così familiare, da indurre il visitatore a sentirsi subito complice di un gioco che si declina in arte.
Ma ancor più sorprendenti sono le numerose opere originali come lo scheletro di dinosauro lungo 6 metri (80.020 mattoncini), e soprattutto le opere della sezione human expression e human condition. Opere “vive”, espressione non solo di una geniale qualità tecnica, ma esito di un processo di profonda conoscenza della condizione umana, che indagata intimamente prende forma in figure umane che ascendono al cielo, squarciano pareti, si squarciano il petto o si disperano nascondendo il volto tra le mani; figure umane fragili e penitenti che abbandonano la policromia e conducono in un viaggio tra l’inquietudine, l’ insicurezza e l’insopprimibile bisogno di risollevarsi dell’individuo.

Un convivio di pop art e surrealismo; una mostra  rivolta a tutti coloro che credono ancora nella necessità di stupirsi dinnanzi ad un’opera d’arte. Un omaggio alle infinite forme che i mattoncini e la vita possono assumere, perché come afferma Nathan Sawaya “I sogni si realizzano…un mattoncino alla volta!”.

La mostra continua:
SET – Spazio Eventi Tirso
via Tirso, 14 – Roma

The art of the brick
di Nathan Sawaya
dal 28 ottobre 2015 al 3 aprile 2016
orari: dal lunedì al giovedì 10-20, venerdì e sabato 10-23, domenica 10-21