Ritratti d’autore

La mostra Art Futura, all’Ex Dogana di Roma, presenta al pubblico opere di artisti specializzati in arte multimediale e tecnologia. Abbiamo preso in considerazione l’artista che ha creato le sue opere proprio attraverso il connubio tra arte e scienza, ovvero Sachiko Kodama, a cui abbiamo posto delle domande per approfondire i vari aspetti della sua arte

L’artista Sachiko Kodama si è prima laureata in fisica, nel dipartimento di scienze dell’Università di Hokkaido, ma successivamente si è spostata dal campo scientifico a quello artistico. Le abbiamo chiesto che cosa ha potuto portare a questo cambiamento e lei ha sottolineato come fin da piccola fosse molto curiosa: suo padre era un ricercatore e spesso vedeva molti scienziati a casa sua, ed oltre a ciò il padre aveva la passione per la pittura, che praticava per hobby. Lei così iniziò a divertirsi a giocare con i colori, disegnare ma anche fare esperimenti: fin da piccola, quindi, comprese come  questi due mondi, quello scientifico e quello artistico, fossero collegati.

Kodama è riuscita a portare avanti questa sua idea di unione anche nel proprio lavoro, imparando ad utilizzare mezzi diversi per esprimere la propria arte. Ci ha spiegato che nel corso di “Arti plastiche e materiali misti”, che seguì all’Università di Tsukuba, imparò che «tutto poteva essere un mezzo per la creazione artistica».

Da li in avanti fu in grado di creare molti tipi di opere artistico/scientifiche, come quelle della serie Colors in Light, la sua prima opera di questo genere ad essere esposta: «Le conoscenze scientifico-ingegneristiche che ho imparato all’Università di Hokkaido mi hanno aiutato a creare opere d’arte utilizzando laser, ferro-fluidi, magneti e computer».

Per quanto riguarda le opere esposte all’Ex Dogana, si basano su degli sudi già iniziati in precedenza e che l’artista ha anche deciso di continuare e portare avanti: «Nel mio più recente lavoro Ribome, sto provando a controllare con precisione la probabilità di generazione di pattern in un certo ambiente estetico. Penso che l’ “emergenza” è una caratteristica della mia arte…Inoltre, il Protrude, Flow all’Ex Dogana ha forme nascoste che non sono state ancora realizzate. Spero di poter trovare uno sponsor che possa sostenerlo per realizzarlo».

La Morpho Tower è una delle sue creazioni più significative: «L’ispirazione per questa opera viene dalla vita e dalla natura. Le forme organiche, la geometria e la simmetria osservate negli oceani, nei tornado, negli animali e nelle piante sono importanti fattori ispiratori quando si considerano forme d’arte cinetiche che cambiano forma. I ritmi respiratori delle cose viventi sono un’ottima metafora di una texture che cambia dinamicamente nel tempo».

Anche l’opera Pulsate è ritenuta dall’artista molto importante: «Nel mio Pulsate – My Little Sea, che ho esposto in Corea nel 2011, ho messo i miei complessi sentimenti verso il mare. Sono cresciuta vicino l’Oceano Pacifico, quindi il mare è molto familiare per me. Nel 2011, al momento del grande terremoto dell’Oriente del Giappone, la centrale nucleare di Fukushima esplose e il mare vicino è stato contaminato dalla radioattività. Le punte di liquido nero sul tavolo sono continui con l’oceano, che possiamo vedere nello schermo del monitor. Conteneva la tristezza di cui il mare era contaminato, con un’espressione di composizione molto calma ma vivida».

Intervista a cura di Michela Borsellini, Nicoletta Tempesta, Valentina Morelli e Alessio Santamaria.