Disegnatori eclettici

museicapitolini[1]Sarà aperta dal 3 ottobre 2014 al 18 gennaio 2015 ai Musei Capitolini, nella splendida cornice di Palazzo Caffarelli la mostra Tiepolo. I colori del disegno.

L’esposizione è stata realizzata grazie alla proficua collaborazione tra la Sovrintendenza Capitolina, i Musei Civici d’Arte e Storia di Trieste, il Museo Sartorio della stessa città – da cui proviene un nucleo consistente di opere – e prodotta e organizzata dall’Associazione Culturale Metamorfosi e da Zètema Progetto Cultura. Si tratta di un evento di grande prestigio perché dopo più di mezzo secolo tornano a essere fruibili circa novanta tra disegni, acqueforti e dipinti – alcuni dei quali, a onor del vero, mai esposti – di Giambattista Tiepolo e dei figli Giandomenico e Lorenzo.
Le opere vogliono evidenziare come la produzione degli artisti trovi il proprio elemento fondante nel disegno. Disegno come mezzo espressivo, come pensiero, pentimento, disegno come preparazione e come anticipazione della fase creativa che esploderà nelle tele. Il carattere progettuale della pratica di disegno, le sue valenze di studio, di analisi compositiva e di documentazione, consentì a Giambattista di organizzare l’attività grafica familiare in quello che fu l’ultimo esempio di una secolare tradizione veneziana di atelier d’arte.
Nella prima sezione i temi del nudo e l’attenzione alla romanità, talvolta utilizzati anche per l’illustrazione libraria, sono resi attraverso tratteggi a penna, inchiostro in diverse tonalità e tocchi di matita rossa, in cui le prime idee, che si fissano in segni abbreviati sul foglio, ci fanno intravedere il tocco morbido della pittura di Giambattista. Si passa poi alla seconda sezione – contenente Tre figure di ignudi, unico foglio con riferimento cronologico, datato 17 febbraio 1744 – dove trovano spazio personaggi della quotidianità, resi in modo caricaturale e appartenenti a un mondo ludico di cui solo l’autore conosce la chiave e che saranno ripresi e sviluppati successivamente dal figlio Giandomenico. Cattura l’attenzione, al centro della parete di fondo, la stupenda tela proprio di Giandomenico raffigurante Abramo e i tre angeli, datata 1773 e conservata alle Gallerie dell’Accademia di Venezia, nella quale, sulla scia della lezione paterna, ritorna il gusto per la classicità, evidente nella figura dell’angelo al centro che rimanda all’Apollo del Belvedere. La terza sezione è quella relativa alla natura e al mito, dove accanto agli animali, talvolta rappresentati quasi in modo cinetico (consentitemi un azzardato richiamo al movimento futuristico), trovano spazio i satiri e i centauri in una campagna veneta trasformata in Arcadia. Chiude la mostra una serie di disegni di oggetti antichi, quali vasi, cippi e ornamentazioni variamente rielaborati e riproponibili «per una produzione d’arredo che oggi chiameremo di design e décor».
Un attento viaggio all’interno dell’esposizione è una preziosa occasione per sfatare quella concezione che si diffuse a partire dalla critica artistica Cinquecentesca secondo cui i pittori veneti delineavano l’immagine affidandosi essenzialmente a una calibrata orchestrazione delle campiture cromatiche e che li ha sempre contrapposti ai fiorentini ai quali il Vasari attribuì il primato nel disegno. Con questa mostra si restituisce la giusta attenzione alla grafica veneziana del Settecento ai suoi livelli più alti, da cui gli artisti partirono per raggiungere risultati pittorici unici nel panorama europeo.

La mostra continua:
Musei Capitolini – Palazzo Caffarelli

Piazza del Campidoglio – Roma

Tiepolo. I colori del disegno
Dal 3 ottobre 2014 al 18 gennaio 2015
dal martedì alla domenica dalle ore 9.00 alle ore 20.00