Arturo Dazzi torna a casa

Ultimi giorni per la mostra dedicata a uno tra i maggiori esponenti del nuovo classicismo in scultura, in una mostra antologica che ne ripercorre l’intera carriera.

Dopo l’esposizione nel Casino dei Principi di Villa Torlonia, a Roma, arriva a Carrara la bella mostra dedicata all’artista William Arturo Dazzi, classe 1881, famoso soprattutto per le sue sculture monumentali.
Nelle sale del piano nobile del Centro Arti Plastiche di Carrara, che si giovano di una soffusa illuminazione naturale (grazie anche al chiostro interno con porticato percorribile e vetrato), spiccano, innanzi tutto, la ricca documentazione e il filmato d’epoca, relativi alla Stele in cemento armato dedicata all’ingegno di Guglielmo Marconi, alta 45 metri e arredata da Dazzi con 92 pannelli in bassorilievo di marmo lunense. La Stele, inaugurata all’Eur nel 1959 per i Giochi olimpici del ’60, era stata commissionata da Benito Mussolini nel 1937 per arredare il nuovo quartiere romano, in vista dell’Esposizione Universale – che non avrebbe avuto luogo a causa dello scoppio della guerra. L’imponente progetto architettonico e urbanistico, a capo del quale fu designato Marcello Piacentini, amico ed estimatore di Dazzi, dovette attendere oltre vent’anni per vedere la Stele completata ed eretta. E, in mostra, oltre al materiale relativo al progetto è visibile anche una formella in gesso (firmata dallo scultore), che raffigura lo stesso Dazzi e Piacentini e ne dimostra il legame professionale e amicale (anche se i molteplici esiti di questo legame sono stati un po’ trascurati).

In mostra, anche alcune rappresentazioni dal vero del primo periodo (Ritratto di bimbo e Serafina) che dimostrano non solamente l’aderenza di Dazzi a una scultura classica in senso rinascimentale, ma anche a una ritrattistica improntata alla natura e al dato reale, che privilegia la dolcezza dei volumi e una grazia espressiva. Un approccio, il suo, che si rinnova in una visione insieme innocente ed empatica del mondo animale, che trova forse il suo miglior esempio nel Capriolo morente (1939, marmo, in mostra).
In esposizione anche alcuni tra i lavori più interessanti degli anni 50, tra i quali la scultura in legno che ritrae Curzio Malaparte, e che dimostra uno stile  che negli anni si prosciuga fino a giungere all’essenziale, a una forma lineare e piatta che raggiunge la massima espressività e, stranamente, anche una nuova leggerezza.

E ancora, 25 quadri (di collezioni private) che dimostrano l’amore dell’artista per la pittura en plein air ma non certamente un talento tale da rendere il Dazzi né esponente di novità stilistiche né di padronanze tecniche degne di nota. Un divertissement il suo, probabilmente inteso ad alleggerire le lunghe ore di lavoro alle sue celebri sculture.
Infine, una piccola ricostruzione del suo mondo, con sedia, attrezzi da lavoro, giacca, che restituisce con estro teatrale un angolo di studio, il piccolo universo materiale di un grande sculture.

La mostra continua:
Centro Arti Plastiche Carrara
via Canal del Rio – Carrara (MS)
fino a domenica 30 aprile
orari: da martedì a domenica, dalle ore 9.30 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 18.30

Arturo Dazzi 1881 – 1966
Roma – Carrara – Forte dei Marmi
a cura di Anna Vittoria Laghi
mostra itinerante organizzata da Fondazione Villa Bertelli, Comune di Forte dei Marmi e Comune di Carrara