Io sono, io faccio

Fino al 2 gennaio la Interazioni Art Gallery di Roma ospita Attitude, la mostra dedicata al giovane artista francese David Zeller e alle sue opere a metà fra arte e design.

David Zeller è un trentacinquenne loquace ed estroverso: parla volentieri mentre scorre con il dito sullo schermo crepato dell’ipad per mostrarci le sue sculture in legno. Da queste si comprende che è propriamente uno scultore, e che la serie Flexo, a cui la mostra è dedicata, non può da sola rendere conto di tutte le attitudini di questo giovane artista.

Il lavoro con il legno, ci racconta, risale agli anni in cui viveva ai Caraibi, dove reperire legni pregiati e rari costava poco, e si poteva lavorare tutto il giorno all’aperto. Le opere di quel periodo sono caratterizzate da una forte impronta figurativa e un’attenzione estrema per le forme anatomiche: in alcuni prototipi sembra di intravedere un primitivismo che ricorda Gauguin ma forse è solo una suggestione di chi guarda.

Una volta lasciati i Caraibi e approdato in Italia, Zeller si incuriosisce per l’acrilico, un materiale che si presenta come una lastra, un foglio spesso e rigido, che una volta caldo può essere manipolato e dare risultati interessanti, molto distanti da quelli del legno. All’inizio lo recupera dagli scarti industriali, ne trova intere parti ancora imballate, e comincia a sperimentare. Da questa rivoluzione personale, da questo cambio di prospettiva nasce la serie Flexo esposta alla Interazioni Art Gallery, nel cuore del ghetto romano. Flexo è precisamente il nome del personaggio rappresentato, una sagoma umana che ricorda d’istinto quelle di Keith Haring: senza espressione, senza volume, un umanoide bidimensionale che rivendica la sua identità solo attraverso gli atteggiamenti del corpo, i movimenti accennati, le posture statiche. Ecco allora Yes I see, Greeting, Blessing, Play guitar, solo per citarne alcuni: Flexo a grandezza naturale con i rispettivi esemplari a dimensioni ridotte, personaggi che attraverso il fare rivendicano l’essere, movimenti accennati a sostenere oggetti invisibili, a pronunciare parole mute, a esprimere sentimenti impossibili.

Di primo acchito, osservando le opere, si pensa subito al design: i Flexo si presentano infatti come oggetti di decoro molto cool, con le loro versioni lucide e opache, rosse, nere e trasparenti, e per quanto negli intenti dell’artista ci sia il rifiuto della produzione in serie e della mercificazione dell’arte, d’altro canto il suo lavoro si attesta indubbiamente in uno dei settori più suscettibili alla degenerazione di queste dinamiche. Il nostro fortunato incontro con lui getta però luce su tutto il processo che ha portato alla creazione di questa serie, e su quanto pensiero artistico ci sia dietro. Zeller, infatti, parla dei Flexo come di studi sulla corporeità: in genere gli scultori lavorano a lungo sugli studi prima di procedere all’opera, eppure qui siamo di fronte a uno scultore che ha lavorato per anni senza studi, per poi passare dalle sculture in legno agli studi in acrilico, come un artista passa da una fase all’altra. Una sorta di focus sulla stilizzazione delle forme finora valutate e affrontate, una rivoluzione dal sostanziale al minimale inglobata nel passaggio dal figurativo all’informale, abbandonando l’attenzione alla verosimiglianza e dedicandosi ad accennare la realtà dell’uomo attraverso poche linee principali.

In quest’ottica la mostra Attitude è anche l’occasione per ripensare l’arte contemporanea nei suoi movimenti interni più significativi, senza adagiarsi sui canoni facili che il design industriale fornisce con ostinazione ma che, a quanto sembra e per fortuna, non convincono più nessuno, in primis le giovani generazioni di artisti.

La mostra continua:
Interazioni Art Gallery
piazza Mattei, 14 – Roma
fino a mercoledì 2 gennaio 2013
orari: lunedì ore 16.00 – 21.00, da martedì a sabato ore 10.30 – 13.00 e ore 16.00 – 21.00 (domenica chiuso)

Attitude
di David Zeller