Un’estate alla (ri)scoperta dei capolavori del maggiore artista lombardo del Rinascimento.

Troppo spesso accade che non ci si accorga dei tesori custoditi nella propria città sino a quando non viene organizzata una mostra in pompa magna per pubblicizzarli con tanto di autorità in visita. Non stiamo parlando di esposizioni eccezionali come nel caso di quella in corso a Pavia che rende visibili al pubblico le opere di grafica di Rembrandt che in genere sono custodite nell’archivio al riparo da luce, parassiti e altri agenti che ne possano compromettere la conservazione, ma del patrimonio comunemente visibile al pubblico presso il Castello Sforzesco di Milano.

Per i mesi più caldi dell’anno, il Comune di Milano, ha scelto di far riscoprire a titolo gratuito un artista spesso sottovalutato dal grande pubblico a causa del suffisso diminutivo del suo soprannome, ma ritenuto degno della menzione nelle celeberrime Vite del Vasari: Bartolomeo Suardi, nato a Bergamo nel 1480 ma presto trasferitosi a Milano, dove visse a lavorò sino al 1530, passato alla storia dell’arte col nome di Bramantino. L’epiteto deriva dal suo rapporto con il marchigiano Bramante, pittore e architetto apprezzato da Ludovico il Moro, che soggiornò alla corte degli Sforza a più riprese tra il 1478 e la fine del secolo; la critica, a partire dallo scorso secolo, dopo averne approfondito gli studi mettendone a fuoco la cronologia e incrementandone l’allora ridotto catalogo grazie alla scoperta di un ciclo di affreschi nel Castello di Voghera, gli ha riconosciuto il ruolo di più grande artista lombardo del Rinascimento.
La mostra, promossa e prodotta dal Comune di Milano, che si è avvalso dei contributi di Michele De Lucchi per l’allestimento e di Francesco Dondina per l’immagine coordinata, si articola nelle due grandi Sale del Castello Sforzesco che ospitano già importanti lavori dell’artista: la Sala del Tesoro dove domina l’Argo, il grande affresco realizzato intorno al 1490 e destinato a vegliare sul tesoro sforzesco, e la soprastante Sala della Balla che accoglie i dodici arazzi della collezione Trivulzio, acquisiti dal Comune nel 1935. A questo grosso nucleo sono stati aggiunti una ventina tra disegni, dipinti, affreschi, medaglie e volumi provenienti principalmente dai ricchi giacimenti delle raccolte pubbliche e private della città: Musei del Castello Sforzesco, Pinacoteca Ambrosiana, Pinacoteca di Brera e Civico Archivio Fotografico da cui arrivano le stampe fotografiche di fine ‘800 da cui trasuda tutta l’emozione per il rinvenimento dell’Argo sotto lo strato di intonaco.

La rassegna dei materiali esposti permette di farsi un’idea delle motivazioni alle basi della fama dell’artista come pittore: la sua maestria nel disegno la si evince dai fogli nelle teche, la ritroviamo negli affreschi dai toni tenui strappati dalle pareti di vecchie chiese e l’ammiriamo esaltata all’ennesima potenza dagli squillanti colori ad olio nelle tele. Bramantino, come gli altri grandi maestri rinascimentali, dedica estrema attenzione alla rappresentazione dello sfondo, collocando l’azione in eleganti ambienti ricchi di dettagli architettonici, inneggianti agli ideali architettonici dei trattati in voga all’epoca, meticolosamente proporzionati grazie all’uso della prospettiva dimostrando la piena padronanza delle metodologie con cui il Brunelleschi nel XV secolo stravolse i canoni della rappresentazione pittorica. Piazze porticate, mausolei poligonali, città fortificate o interni raffinati si succedono anche in ciascuno degli arazzi in esposizione permanente al Castello ai cui cartoni il Bramantino lavorò con i suoi garzoni dal 1501 (data a cui risalgono i primi esemplari) al 1509, su commissione di Gian Giacomo Trivulzio, maresciallo di Francia a Milano, per celebrare il matrimonio del figlio Gian Nicolò con Paola Gonzaga. In ciascuno dei dodici pannelli, finemente tessuti in lana e seta, troviamo uno schema compositivo costante che contribuisce a rendere ciascuno di essi parte di un unico progetto decorativo: una cornice che esibisce gli stemmi dei Trivulzio oltre che delle famiglie imparentate dei Colleoni, dei Gonzaga e dei d’Avalos, da cui pende un tondo con lo stemma, il motto e l’impresa di Gian Giacomo Trivulzio; la personificazione del mese che indica la posizione del sole a dominare la scena; versi in latino riportati sotto la figura; in alto, sulla sinistra, il sole e sulla destra il segno zodiacale associato al mese. La serie inneggia all’ideale arcadico della Nuova Età dell’Oro, ottenuta grazie al governo pacifico e illuminato del maresciallo e del re Luigi XII di Francia oltre che al lavoro nei borghi così come nei campi eseguito dalla gente operosa; il ciclo si apre con marzo che sancisce l’inizio della primavera e la ripresa dei lavori nei campi, dominato dall’Ariete – primo segno dello zodiaco -nonché dall’evento ecclesiastico dell’Annunciazione a Maria.

Per approfondire la figura del Bamantino, complementare alla mostra si dipana un ricco calendario di conferenze e seminari, organizzati in collaborazione con l’Università degli Studi di Milano e con gli Amici di Brera, ad ingresso libero e gratuito mentre grazie al FAI – Fondo Ambiente Italiano – sono previste aperture straordinarie del Castello di Voghera: vi invitiamo a visitare il sito della mostra per avere tutti i dettagli.

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La mostra continua:
Castello Sforzesco
Sala del Tesoro e Sala della Balla
piazza Castello – Milano
www.milanocastello.it

Bramantino a Milano
promossa e prodotta dal Comune di Milano – Cultura, Castello Sforzesco e Palazzo Reale,
curata da Giovanni Agosti, Jacopo Stoppa e Marco Tanzi
fino a martedì 25 settembre (prorogata sino al 14 ottobre 2012)
orario: da martedì a domenica dalle 9.00 alle 17.30 – ultimo ingresso ore 17.00
chiuso il lunedì
la Sala della Balla, al fine di consentire lo svolgimento di iniziative in programma, il 9 giugno chiuderà alle ore 14.00, il 15 giugno resterà chiusa tutto il giorno, mentre il 14 settembre chiuderà alle ore 15.00.
ingresso gratuito
catalogo a cura di Giovanni Agosti, Jacopo Stoppa e Marco Tanzi, edizioni Officina Libraria
facebook.com/BramantinoAMilano
www.fondoambiente.it/Attivita-FAI/bramantino-a-milano-con-il-patrocinio-del-fai.asp