La collezione Fasol in Toscana

La storia e la contemporaneità dell’arte si incontrano a Siena. A Santa Maria della Scala, nel Museo Civico e all’Accademia dei Fisiocratici, sono esposte alcune tra le opere di AGIVERONA Collection. In mostra, fino a sabato 15 ottobre.

All’interno del Palazzo Pubblico, sullo sfondo di una piazza del Campo già approntata per l’amato Palio, inizia l’avventura culturale – sorta nell’ambito di ITINERA, con la collaborazione di AGIVERONA Collection – in questo caldo sabato di fine giugno.
Sono tre i percorsi previsti, all’interno del centro storico di Siena, per ammirare e collocare mentalmente le decine di opere contemporanee messe a disposizione da AGIVERONA Collection, con spirito divulgativo e passione per l’arte. La Collezione, nata negli anni Sessanta su iniziativa di Giorgio Fasol e arricchita, successivamente, anche con la collaborazione della moglie Anna, si è trasformata in un tassello di un mosaico complesso teso al sostegno degli artisti emergenti. Parte di questo incessante e infaticabile lavoro di ricerca, sarà possibile ascoltarlo e ammirarlo (perché in mostra ci sono opere concettuali, virtuali,perfomance, video, brani musicali e cantati, e sculture nei materiali più diversi) proprio nelle sale del Museo Civico – all’interno del Palazzo Pubblico; presso l’Accademia dei Fisiocratici e in Santa Maria della Scala, fino al 15 ottobre.
Decisamente provocatorie le opere esposte, in particolare, all’Accademia – grazie alla peculiarità delle situazioni che, a volte, rende la scoperta stessa della loro collocazione un piccolo piacere, visti gli spazi angusti e le pareti ampiamente coperte dai reperti fossili, dai minerali e dagli animali imbalsamati. La ricerca e il confronto tra il vero e il falso, tema proposto dagli organizzatori per la mostra, è del resto alla base del lavoro dei ricercatori, di oggi, e dei Fisiocratici del Settecento. Focus che ritroviamo nell’autoironica You see a lot of bullshit in exhibitions. But this one is from the South Pole (Gundam Air, 2014), posta tra i reperti, all’interno di una teca; e nel video di Adel Abdessemed, Chrysalide (1999), dove una crisalide umana si veste e si spoglia del proprio involucro in un eterno ritorno. E ancora, Luca Trevisani – con Gibbosa e sfuggente (2006) – sembra rimandare proprio ai contrasti tra la comunità scientifica e la chiesa, portatrice di verità assolute e fideistiche, sulla sfericità o piattezza della Terra (non a caso, forse, Galileo muore nel 1642 ad Arcetri e l’Accademia dei Fisiocritici nasce, a Siena, nel 1691).
Trasferendoci a Santa Maria della Scala ci sembra che il confronto si sposti, in alcuni casi, tra colori e sfumature – anche di senso – e concetti spaziali. Platea, di Giulio Paolini (1984), mostra una circolarità che si specchia nell’opera alle sue spalle; così come le tonalità delle opere plastiche di Padraig Timoney (Box for Glue, 1992) e di Isabelle Cornaro (Paysage avec Poussin et Temoins Oculaires VI, 2010) rimandano a quelle delle pitture che le circondano.
La Sala del Pellegrinaio, con i suoi ottimi affreschi ben conservati, racconta l’importanza dell’ospedale di Santa Maria della Scala nel corso dei secoli. Qui, la scultura di Adrian Paci (Home to go, 2001), evidenzia una sofferenza diversa da quella del malato ma altrettanto empaticamente comprensibile, il bisogno di una patria o la possibilità di ricostruire ovunque le proprie radici. Come attratti dal Pifferaio, seguendo la musica scopriamo l’opera di Steve Roden (Six Handmade Clouds, 2003), composta da sei nuvolette ricamate su supporti sonori appoggiati al pavimento – rimandi ad antichi lavori femminili e alla necessità di evasione da un luogo così carico di dolore. In fondo al Pellegrinaio, in dialogo spaziale e concettuale con lo stesso Salone, l’opera di Nari Ward, Wishing Arena (2013).
Siamo certi che molti altri accostamenti potranno essere rintracciati dagli spettatori, lungo i tre percorsi museali. Le risposte, molto personali, e a volte anche contraddittorie, che potrà suscitare questa mostra, fanno sicuramente parte delle motivazioni che hanno contribuito alla sua realizzazione e che speriamo ne garantiranno il successo.

La mostra continua:
Siena, varie location – da sabato 25 a sabato 15 ottobre 2016
Santa Maria della Scala
piazza Duomo – tutti i giorni, dalle ore 10.30 alle 18.30
Palazzo Pubblico (Museo Civico)
piazza del Campo – tutti i giorni, dalle ore 10.30 alle 19.00
Accademia dei Fisiocritici
piazzetta Silvio Gigli – dal lunedì al venerdì, dalle ore 9.00 alle 14.00 (chiuso sabato e domenica)

Progetto Itinera ideato e diretto da Associazione FuoriCampo con Associazione Culturing presenta
Che il vero possa confutare il falso
mostra dedicata ad AGIVERONA Collection
(Presidente Onorario Giorgio Fasol)
curatori Luigi Fassi e Alberto Salvadori
in collaborazione con Comune di Siena e Associazione Amplificatore Culturale