I rocamboleschi ingranaggi dell’immaginazione prorompente

La meccanica dell’immaginazione svela il suo poetico fascino nella mostra Tan Lines dell’artista Fredrik Værslev presso gli spazi luminosi della Fondazione Giuliani.

Progettualità. Ognuno ha un suo modo di costruire un’idea, di organizzare un compito o di elaborare un pensiero; c’è chi segue un ordine preciso e metodico e chi invece procede per tentativi, passando da un punto a un altro senza apparente ordine logico e altri che prediligono meditare nel groviglio della confusione per aspettare che l’idea affiori dal caos del proprio pensiero. Il processo progettuale si rivela molte volte un’operazione notevolmente complessa, nonostante ciò l’atto della creazione vale il disagio e alla fine ogni dubbio, indecisione, errore o perdita confessa la sua innegabile necessità nell’iter decisionale. Il disordine spesso viene scambiato per caos e accomunati i due termini divengono inscindibili, ma a differenza del primo il caos è un’entità fondamentale per lo stesso processo creativo, e non può essere ridotta a un fattore meramente negativo, e inutile in quanto inconcludente. La forma si delinea nell’oscurità, e senza il buio non avrebbe modo di venire al mondo, vedendo la luce. È così che l’artista norvegese Fredrik Værslev pienamente cosciente del valore intrinseco dell’entità oscura, investiga i meandri dell’elaborazione artistica, mettendo a fuoco il rapporto che intercorre tra caso e programmazione, e conducendo la riflessione sulla tecnica pittorica scopre nuove derive e esiti che si rivelano nella mostra Tan Lines ospitata presso la Fondazione Giuliani, vicino le sponde del Tevere, nel quartiere di Testaccio.

Vele conturbanti si avvicinano alla terra ferma; volteggianti invadono lo spazio cariche di tesori inaspettati: numeri, lettere e simboli di ogni specie si ammucchiano caotici sulle superficie delle vele; richiami e echi conquistano il loro spazio, frammentando la dimensione pittorica, la suddivisione è implacabile. Giganteschi triangoli si dissociano dividendosi in mille frammenti, specchi rotti tra di essi si insinuano simboli pop, salsicce a forma di S, anche esse frazionate in più parti. I Sail Painting prendono il largo dal porto dell’idea e conquistano le acque dell’immaginazione, rivelando i complessi ingranaggi che sussistono nell’interazione tra caos e ordine. Assemblate da parti di più tele, una volta terminate nell’esecuzione pittorica, curata in ogni minimo dettaglio, l’artista permette alla casualità di integrarsi alla precisione, lasciando lo spiraglio della porta aperto per le improvvise manipolazioni successive; è così che il lavoro viene lasciato in balia degli eventi: dalla pioggia alle mani di un amico, le operazioni si susseguono invasive e non premeditate consentono al caos di trovarsi faccia a faccia con il rigore stabilendo un dialogo originale e sinergico. La frammentazione aggregata al caos genera un autentico tilt estetico che determina l’inizio della riflessione intellettuale. Illuminante la serie Garden Painting invoca la visione mistica del regno trascendentale. Singole lastre di legno fuoriescono dalle pareti della galleria palesando la loro ambivalenza esistenziale di installazioni e quadri al contempo; ricoperte da dieci strati di vernice, usata solitamente per il rivestimento delle imbarcazioni, accanto alla serie dei Sail Panting producono un curioso dibattito.

Cortocircuito tra due dimensioni agli antipodi, l’analisi giunge alle soglie estreme dell’azione, inducendo il pensiero a intraprendere il viaggio oltre i limiti imposti dall’etichetta della procedura e arrivando a raggiungere l’orizzonte dell’inimmaginabile. Deviazioni e alterazioni si ritrovano a dondolare sull’altalena dell’incertezza, instillando il dubbio che è l’anticamera dell’illuminazione artistica. La creatività si irradia in ogni angolo esplodendo in un festoso frastuono multicolore; operazioni moltiplicative e sottrattive trasformano i fattori all’interno dello spazio tramutandoli in nuovi dati che concepiscono dimensioni fantasmagoriche. Entrare nel processo normalmente è proibito, ma in questo caso si viene letteralmente catapultati nel mondo programmatico che caratterizza il concepimento artistico, ed è lo stesso Værslev che invita a entrare nel gioco delle interpretazioni, dell’allucinazione e del ribaltamento dei termini, così da comprendere la realtà artistica, sospesa tra verità e sogno.

La mostra continua:
Fondazione Giuliani per l’arte contemporanea
via Gustavo Bianchi,1 – Roma
da martedì al sabato, dalle 15:00 alle 19:30
fino a sabato 22 dicembre