Oscuri Trofei

Da venerdì 5 ottobre e fino al 4 novembre, il progetto di Fondazione Malutta sarà esposto a Siena; impressioni dal vernissage.

Siena brilla di reliquiari. Calato il sole, i corridoi di Santa Maria della Scala sono un fermento di teche e argenti sbalzati. Ospiti si aggirano attorno al buffet, prosecco alla mano, per lo più sotto i quaranta. Fitto chiacchiericcio, professionisti in piena caccia al commento, registratori pronti e dépliant. È notte di vernissage. Risultato di una selezione, Il Gemello Cattivo, s’insedia nelle piccole sale, contraltare profano all’esposizione del Tesoro del Duomo, coi suoi calici e pii gioielli.

La mostra di Fondazione Malutta interpreta il tema voluto da Elio Grazioli (twins, ossia gemelli) per la Project Room dell’autunno 2018, meditando sul concetto del doppelgänger maligno. Un collettivo, il Malutta, che conta circa cinquanta artisti di disparate geografie; associazione a Venezia dal 2013, la Fondazione migra tra luoghi e progetti, senza porsi linee di demarcazione o schemi costrittivi. Giunge nella pietra di Santa Maria della Scala con un’esposizione multiforme e polimaterica: collage, das, tavole e tele dipinte, fino all’uso di lana, ceramiche, resine e ricami. L’impronta giovane e artigianale permea l’intera mostra, lasciando al visitatore il ruolo attivo che gli è dovuto: individuare il giusto ordine di visualizzazione, con l’ausilio della scheda tecnica; l’interpretazione di ogni singola opera, una o due per artista, ognuna con un calibro proprio e un preciso intento dichiarativo; finalmente, la più banale e al contempo complessa delle scelte: l’apprezzamento.
Innegabile è il fatto che Il Gemello Cattivo stimoli pesantemente il senso riflessivo, complice l’ermetismo di numerosi Senza Titolo e di opere sulle quali gli autori hanno deciso di non pronunciarsi: è il caso di quel Run tiger of the quarry run, installazione di Marco Gobbi, col profilarsi di braccia sagomate nel legno che incoraggiano la corsa impossibile di un gesso ortopedico, mentre i pennelli depositati al suolo sono forse l’unica forma di libertà possibile – quasi una corsa sublimata. Surrogata della vita: non chiamano forse così l’arte?

Ma per la maggioranza gli artisti hanno preferito accompagnare l’opera con un commento scritto, volendo indirizzare l’osservatore. Abbiamo elaborati perturbanti come Morbido e perfido, in cui la fotografia di un gatto, se accentuata nei suoi giochi d’ombra, arriva a comunicare un qualcosa d’inspiegabilmente maligno; Testa di marmo, terracotta dipinta in cui l’artista ha celato un intenso messaggio: ma per poterlo leggere si può solo compiere l’atto distruttivo – mentre l’opera è frutto, pare, di un’amicizia spezzata. O ancora, I can not separate (Bill Cosby Show frame), col volto di papà Robinson riproposto in tonalità grigie, non più amabile e rassicurante – alla luce dei casi di stupro. Altre produzioni, altre sperimentazioni: Serena Vestrucci, che sfoca col nitro dei quadri trovati, creando paesaggi parzialmente allucinati – quasi che si guardasse il mondo con un occhio terreno e l’altro infero; Lichen, dipinto martoriato di carte spolpate: scrive Nicolas Magnant di averlo (dis)fatto in un parossismo di frustrazione, cazzuola alla mano, folgorato dalla consapevolezza che “a quella ragazza non piaccio”; fino all’ironia di Bersaglio, topo di zinco impallinato, che il creatore commenta così: “Io amo gli animali e il mio gemello cattivo si allena tutti i giorni per ammazzare i ratti, che vogliono rubarmi i pulcini”.

Venuto su per caso o estratto con l’impegno dello speleologo; freddamente ragionato o intimo e viscerale; contorto o diretto, gelido o rovente che sia, il gemello cattivo può immortalarsi in mille varianti, persino la più apparentemente semplice: Right hand / Left hand – e chi può dire che il tratto più incerto non l’abbia compiuto la “giusta/destra mano”, se l’artista fosse mancino? Sia quel che sia, tutto poggia su impalcature che riprendono la forma del ciborio e del reliquiario “in quanto, per Fondazione Malutta, la pittura è una reliquia” (riporta la scheda di presentazione).
E cosa aspettarsi da una reliquia, se non sangue, ossa, e crudeltà inaudite?

La mostra continua:
Santa Maria della Scala
piazza del Duomo – Siena
fino a domenica 4 novembre
orari: fino al 15 ottobre, tutti i giorni tranne il giovedì, dalle ore 10.00 alle 19.00; giovedì, dalle ore 10.00 alle 22.00.
Dal 16 ottobre, lunedì, mercoledì e venerdì, dalle ore 10.00 alle 17.00; giovedì, dalle ore 10.00 alle 20.00; sabato e domenica, dalle ore 10.00 alle 19.00

Just Image_ Project Room – Il Gemello Cattivo
un progetto di Fondazione Malutta
gli artisti in mostra: Giuseppe Abate, Giuseppe Adamo, Beatrice Alici, Giulia Andreis, Luisa Badino, Giulia Maria Belli, Giovanna Bonenti, Thomas Braida, Gino Blanc, Chiara Campanile, Marco Cassarà, Nina C’eranić, Francesco Cima, Oscar Contreras Rojas, Nebojša Despotovic, Veronica de Giovanelli, Fabio De Meo, Anna Facchetti, Nicola Facchini, Virginia Gabrielli, Enej Gala, Beatrice Gelmetti, Martino Genchi, Eric Gerini, Riccardo Giacomini, Marco Gobbi, Massimiliano Gottardi, Andrea Grotto, Dritan Hyska, Manuela Kokanović, Noema Kosuth, Justine Luce, Iva Lulashi, Nicolas Magnant, Rachele Maistrello, Francesco Maluta, Cristiano Menchini, Luca Migliorino, Alice Modenesi, Valerio Nicolai, Anastasiya Parvanova, Edison Pashkaj, Giulio Peirè, Carolina Pozzi, Barbara Prenka, Paolo Pretolani, Mattia Sinigaglia, Marta Spagnoli, Vito Stassi, Danilo Stojanović, Maddalena Tesser, Emiliano Troco, Sulltane Tusha, Aleksander Velišcek, Serena Vestrucci e Nežka Zamar