Palazzo Reale ospita una suggestiva e imperdibile esposizione dedicata al maestro viennese

palazzo-reale-milano-80x801Un viaggio attraverso la vita artistica e privata di Gustav Klimt, alla scoperta dei suoi legami familiari e affettivi e, in parallelo, delle sue scelte stilistiche.

Spalanca le porte su una figura emblematica del panorama artistico mondiale la mostra KLIMT. Alle origini di un mito – promossa dal Comune di Milano e realizzata in collaborazione con il Museo Belvedere di Vienna – consentendo al pubblico di ammirare alcuni tra i più suggestivi capolavori del maestro austriaco e di entrare in contatto con la sua sfera più personale e intima.
Incorniciati dalle opere dei fratelli Ernst e Georg, i ritratti realizzati da Gustav Klimt ad altri membri della sua famiglia – come le sorelle – rivelano infatti il forte legame tra il maestro e il suo nucleo familiare, dal quale non si affrancherà mai completamente.
Proseguendo poi lungo gli anni della formazione giovanile alla Scuola di Arti Applicate di Vienna e passando per la fondazione della Compagnia degli Artisti  – insieme al fratello Ernst e al compagno di studi Franz Matsch – agli occhi dei visitatori dell’esposizione viene gradualmente mostrato il genio klimtiano nella sua progressiva definizione: testimonianze emblematiche degli anni di formazione, il Ritratto di bambina (1880) e il Nudo maschile (1883 circa).
Il genio di Klimt straborda letteralmente dalla riproduzione dell’originale Fregio di Beethoven (1902 circa – riproduzione 1985), la cui bellezza straordinaria e “totale” avvolge completamente e quasi fisicamente il visitatore, sulle note della Nona Sinfonia del compositore tedesco. La sontuosità dell’oro è abbagliante, così come affascina e rapisce la mostruosa bellezza delle figure femminili e animalesche che incarnano “le Forze ostili”, mentre illumina e infine libera l’animo l’abbraccio d’amore che chiude questa meravigliosa e suggestiva parabola sulla felicità.
Affascinanti oltremisura i ritratti di donna, genere divenuto caro a Klimt – insieme al paesaggio – dai tempi della fondazione della Secessione Viennese: nei due Ritratto femminile (rispettivamente del 1894 e del 1898) è possibile notare il progressivo abbandono di Klimt dei contorni netti, che si stagliano nitidamente sullo sfondo, a favore di tratti sfocati, indistinti e nebbiosi, in grado di creare un alone quasi spettrale e fantasmatico attorno alla figura femminile ritratta.
Alla meravigliosa Salomè (1909) è dedicata una piccola intera sala, così da permettere al pubblico di ammirarla senza distrazioni, di indugiare sull’espressione del suo viso, enigmatica e tormentata, e sulla tensione inquieta delle sue mani, contratte quasi ad artiglio, accanto alle quali la testa di San Giovanni Battista appare come intrappolata tra le pieghe della gonna: l’opera, nel suo insieme, è una perfetta combinazione di elementi di diversa natura, mescolati per celebrare un’autentica femme fatale, una sorta di strega ammaliatrice.
Toglie il fiato la bellezza misteriosa e sinistra di Fuochi fatui (1903) – opera rappresentativa della pittura simbolista klimtiana – in cui sembra quasi che l’artista abbia voluto accentuare in qualche modo la “pericolosità” della donna, mentre La famiglia (1909-1910) – ulteriore esempio della dimensione simbolista di Klimt – è pervaso da un forte senso d’ansia e gioca sull’ambiguità della rappresentazione del sonno e della morte: la madre e i suoi bambini ritratti sono semplicemente addormentati o privi ormai di vita?
L’ansia lascia il posto a una sorta di horror vacui nel mirabile Girasole (1907): qui Klimt ha scelto di riempire ogni parte del quadro, ponendovi al centro il girasole, quasi “umanizzato”. La corolla e i petali sono rivolti verso il basso, sorretti da un cumulo piramidale di fiori e vegetazione: con un po’ di attenzione e immaginazione è quasi possibile scorgere tra quelle foglie e quei petali una figura femminile ammantata, misteriosa e sfuggente.
A chiudere l’interessante percorso espositivo, arricchito da numerosi materiali personali del maestro, tra cui le lettere d’amore che scrisse a Emilie Flöge, il suggestivo Acqua in movimento (1898) – che ritrae i corpi fluttuanti di giovani donne trascinati dalla corrente, sotto lo sguardo invadente di una figura maschile, una sorta di satiro affamato di bellezza – e lo splendido e incompiuto Adamo ed Eva (1917-1918), che ha il carattere di una celebrazione della dimensione ginocentrica del mondo, in cui l’uomo è solo un comprimario: Eva, consapevole e sicura di se stessa, sembra quasi sorridere guardando “oltre la tela” che la trattiene, mentre Adamo – posto in secondo piano dietro il corpo della donna – non ha un sorriso a increspargli le labbra, ma il capo chino da un lato e gli occhi chiusi.

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La mostra continua a:
Palazzo Reale
piazza Duomo, 12 – Milano
fino a domenica 13 luglio
orari lunedì 14.30-19.30; martedì, mercoledì, venerdì, domenica 9.30-19.30;
giovedì e sabato 9.30-22.30
il servizio di biglietteria termina un’ora prima della chiusura
www.comune.milano.it/palazzoreale

Klimt. Alle origini di un mito
a cura di Alfred Weidinger
in collaborazione per l’Italia Eva Di Stefano
una mostra Comune di Milano – Cultura, Palazzo Reale, Museo Belvedere di Vienna, 24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE, Arthemisia Group
allestimento Corrado Anselmi
www.klimtmilano.it

Catalogo e altre pubblicazioni:
Klimt. Alle origini di un mito
a cura di Alfred Weidinger
edizioni 24 ORE Cultura
28 x 31 cm, 240 pagine, 200 illustrazioni, cartonato rivestito in setalux con segnalibro
prezzo 42,00 Euro

Klimt e la Secessione viennese
testi di Stefano Zuffi
collana artist
edizioni 24 ORE Cultura
14×28 cm, 20 pagine / 20 illustrazioni, volume a fisarmonica con cofanetto

Gustav Klimt
curatela scientifica Stefano Zuffi
testi di Emanuele del Medico e illustrazioni di Massimiliano Aurelio
collana I maestri dell’arte
edizioni 24 ORE Cultura
21 x 30 cm, 32 pagine, 15 illustrazioni, cartonato
prezzo 14,90 Euro