La tela. Da base concettuale a concetto

Al Lu.C.C.A. – Lucca Center of Contemporary Art un’esposizione che raccoglie opere di Burri, Fontana e molti esponenti dello spazialismo e maestri dell’estroflessione – dagli anni 50 a oggi.

L’apparente accanimento di Fontana sulla tela accostato a modificazioni meno distruttive, che ne alterano la forma senza per questo intervenire sulla continuità della stessa. La scelta della monocromia – per alcuni artisti rappresentata dal bianco – quale base per ottenere trasformazioni in grado di far risaltare il chiaro-scuro e generare, in chi le osservi, l’impressione di tridimensionalità dell’opera. I colori, quando presenti, spesso sgargianti, a esaltare caratteristiche di serialità. L’estroflessione come matrice linguistica e segno distintivo. L’esperienza di nuovi materiali che trascendono la volontà di senso e si pongono, per questo, al di là del Futurismo.
Lo Spazialismo è tutto questo e molto altro. Movimento artistico che nasce nel Secondo dopoguerra, in un mondo diviso in blocchi contrapposti, lacerato dalle distruzioni dei bombardamenti e intimorito dall’utilizzo, terribile, delle nuove scoperte della fisica nucleare. Ma anche un mondo dove le prime avventure spaziali aprono, come la fisica teorica, nuovi orizzonti: la scoperta della forma e della struttura della materia e la possibilità, non più solo utopistica, di esplorare l’universo infinito e ignoto.
Ecco perché, nelle tele di Fontana in mostra a Lucca, il taglio sembra quasi un tentativo di superare ciò che possiamo vedere con la limitata capacità umana, e comprendere. Un andare oltre, verso l’ignoto – che si intravede o intuisce nelle fessure della tavola monocromatica. Un percorso che era iniziato con i buchi, racchiusi in uno spazio definito, ma protesi poi verso lo spettatore con i lembi strappati. Interessante, per il discorso sul dinamismo dell’opera, la ceramica colorata, Battaglia (1950-55).
In Burri sono i nuovi materiali, figli della civiltà altamente tecnologica che si sta delineando, a ergersi a padroni. Gli acrilici sono modellati e colorati in forme astratte o per ricreare superfici atte a rimandare all’universo naturale – smentendo quasi la loro stessa essenza.
Bonalumi padroneggia l’acrilico e l’estroflessione su tele, dove la morbida sinuosità delle linee accompagna l’occhio dello spettatore, aprendo a nuovi significati e suggestioni a seconda della posizione del visitatore o della luce che si pasce e riflette, indugia e scivola sui materiali.
Di Castellani sorprendono le microscopiche variazioni coloristiche dei lavori su carta a rilievo – di una delicatezza languida – e quel Rosso (2006) che seduce e destabilizza, tanto potente da sembrare sul punto di esplodere.
Assimilabili, seppure con le dovute differenze, i lavori di Turi Simeti e Giuseppe Amodio. Il primo affascinato dalla riproduzione seriale, da forme sospese in un oceano primordiale; il secondo con l’occhio del designer, che accarezza lo spettatore con le sue linee in grado di ricreare suggestivi giochi di luci e ombre.

Un percorso, quello della mostra, che evidenzia e descrive la nascita e la successiva evoluzione della ricerca, basata sulla trasformazione della tela, intesa non più come base o supporto dell’idea ma essa stessa idea.

La mostra continua:
Lu.C.C.A. – Lucca Center of Contemporary Art
via della Fratta, 36 – Lucca

MVIVA, in collaborazione con Spirale d’Idee, presenta
La tela violata.
Fontana, Castellani, Bonalumi, Burri, Scheggi, Simeti, Amadio e l’indagine fisica della terza dimensione
fino a domenica 19 giugno
orari: da martedì a domenica, dalle 10.00 alle 19.00
a cura di Maurizio Vanni
organizzata dal www.luccamuseum.com

Catalogo:
La tela violata. Fontana, Castellani, Bonalumi, Burri, Scheggi, Simeti, Amadio e l’indagine fisica della terza dimensione
Maurizio Vanni
© 2016 Fondazione Lu.C.C.A. Museum
© 2016 Maurizio Vanni per il testo
80 pagine
Euro 20,00