La “nonna della performance art” e l’arte del corpo

Palazzo Strozzi ha inaugurato The Cleaner, mostra visitabile fino al 20 gennaio nonché la prima mostra che la Fondazione fiorentina, in dodici anni di attività, dedica a una donna.

Sembra quasi impossibile e probabilmente nessuno ci aveva fatto caso più di tanto – senza voler essere retorici – ma la Fondazione Strozzi apre finalmente le sue porte a un’artista donna, nell’omonimo palazzo fiorentino, dopo oltre due lustri di attività e nonostante il Sindaco, Dario Nardella, abbia sottolineato come Firenze, secondo maggiore partner della Fondazione, sia al centro della contemporaneità: una città coraggiosa proprio per gli artisti che ospita.

9.1The Cleaner è il titolo di questa vasta retrospettiva che ospita le performance più salienti della carriera artistica di Marina Abramovic, con oltre un centinaio di opere, alcune delle quali live re-performed, ossia reinterpretate dal vivo da selezionatissimi artisti provenienti da tutto il mondo, balzati al centro delle polemiche della recente cronaca fiorentina, prima ancora di essere presenti in città, per gli irrisori compensi giornalieri che andranno a percepire a fronte del lavoro svolto come oggetti d’arte viventi.

La presentazione formale della manifestazione è risultata affollatissima di giornalisti, fotografi, cameramen e rappresentanti istituzionali, e la signora Abramovic vi ha presenziato elegantemente vestita in nero, rispondendo in modo sottilmente ironico e provocatorio alle molte domande della stampa. Creatrice della performance art negli anni 70 del secolo scorso, quando ancora nessuno accettava tale espressione artistica, ha raccontato quanto questo, per lei, non fosse assolutamente un ostacolo bensì una sfida: “Never give up!“, ha sentenziato rivolta al pubblico: “Mai smettere di credere in quello che si fa”.

5.1

Divenuta famosa per le graffianti tematiche dei suoi lavori, provocatorie e talvolta surreali, Marina Abramovic, Leone d’oro a Venezia nel 1997 per l’opera Balkan Baroque, una denuncia delle stragi durante la Guerra nei Balcani, ha messo al centro della propria arte quasi esclusivamente il proprio corpo, sottoponendolo principalmente a prove delle sue potenzialità fisiche, senza però eludere il lato emotivo dello spettatore. Performance che, spesso, durano diverse ore e obbligano in posizioni fisiche difficili, o sottopongono parti del corpo a tagli, frustate, interventi da parte del pubblico, movimenti al limite della sopportazione e supplizi – come nel Manifesto della mostra, dove l’artista pone l’indice della mano destra sulla fiamma di una candela accesa sostenuta dalla mano sinistra.

14.2bUna donna-artista senz’altro fuori dalle righe, nata in Serbia quando esisteva ancora la Yugoslavia, molto legata all’Italia per la natura tragica degli italiani, in questo simili alla sua arte – come afferma lei stessa – che non dimentica di ringraziare pubblicamente i suoi collaboratori, i performer e tutti coloro che lavorano a questa sua prima retrospettiva – e dei quali non potrebbe fare a meno. Un’artista contro, che è stata al centro delle polemiche, e infine censurata, l’estate scorsa a causa del manifesto da lei disegnato per il 50° anniversario della Barcolana, la più grande regata velica al mondo, che si svolgerà a Trieste il prossimo ottobre. Il sindaco della città, il leghista Paolo Polidori, si è indignato per lo slogan pensato dall’artista per la manifestazione: “We’re all in the same boat, siamo tutti sulla stessa barca”, ritenendolo strumentalmente politico e, quindi, rifiutandolo.

“Una nonna della performance art”, come lei stessa si definisce, che – nonostante i suoi settant’anni – ha ancora molto da esprimere e che spera – parole sue – che, dopo questa prima apertura della sede espositiva di Palazzo Strozzi all’arte di una donna, ne succedano molte altre.

La mostra continua:
Palazzo Strozzi
Piazza degli Strozzi – Firenze
fino a domenica 20 gennaio 2019
orari: tutti i giorni, dalle ore 10.00 alle 20.00; giovedì, dalle ore 10.00 alle 23.00
(dalle ore 9.00 solo su prenotazione)

Fondazione Palazzo Strozzi presenta:
The Cleaner
di Marina Abramovic
mostra curata da Arturo Galansino, Fondazione Palazzo Strozzi, Firenze; Lena Essling, Moderna Museet, Stoccolma; con Tine Colstrup, Louisiana Museum of Modern Art, Humlebæk e Susanne Kleine, Bundeskunsthalle, Bonn
prodotta da Moderna Museet, Stoccolma
in collaborazione con Louisiana Museum of Modern Art, Humlebæk e Bundeskunsthalle, Bonn
con il sostegno di Comune di Firenze, Camera di Commercio di Firenze e Associazione Partners Palazzo Strozzi Regione Toscana
con il contributo di Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze