Le arti danzanti

museo-ugo-guidi-forte-dei-marmi-luccaLa perla della Versilia, la cittadina Forte dei Marmi – che quest’anno festeggia i 100 anni dalla sua fondazione – accoglie, fino al 30 luglio, un’artista d’eccezione, Alessandra Silvia De Simone, nome italiano ben noto anche all’estero.

Tra le valve di Forte dei Marmi ecco apparire, come una perla, la personale Oltre i confini dell’Anima – dedicata ad Alessandra Silvia De Simone e curata da Anna Veronica Hartman.

L’inaugurazione della mostra si giova di una creatività pari a quella della sua ideatrice. A salutare i primi visitatori sono, infatti, le performer de La Danza dei Fili – che indossano le maschere di Vita, Amore e Morte, interpretando il ciclo di tele di De Simone e rendendo omaggio all’estro poliartistico della stessa.

Perchè mai? (2001) è un dipinto su tela con colori a olio, eseguito in occasione dell’attacco alle Torri Gemelle di New York: emblematico ricordo del terribile disastro che sconvolse il mondo, De Simone lo interpreta su uno sfondo celeste – come spazio senza tempo – dove posiziona un angelo che piange la vita perduta. L’artista comunica, con semplicità, un intero microcosmo che imprigiona speranze, sogni e desideri umani o, come precisa il Presidente della Sanes onlus/Ospedale San Camillo di Roma, Nicola Petti un’“Arte intesa come pura espressione del valore della vita – simbolo e significato, esplicito e celato, del mistero delle immagini […]. La sua arte è vissuta in realtà, come spunto, come occasione di incontro e confronto”. La stessa De Simone spiega che: “I rapporti umani sono come fili sottili e immaginari che uniscono e dividono le persone e le cose. […] Ci sono fili che legano l’amore, la vita e la morte […] L’universo è avvolto da fili invisibili e velati in cui traspare il tempo. L’uomo è molto più piccolo di quanto crede di essere”.

Il lavoro di quest’artista è, infatti, riuscire a far dialogare tra loro danza e pittura, colori e materiali: in altre parole, è una danza dell’anima che si specchia e si riscopre, il canto del mistero della vita, che solamente in pochi sanno ascoltare.

Per il critico d’arte e giornalista Theo Alexander “[…] Il gioco dell’arte di Alessandra, punta e scava, con colori e forme, nelle nostre emozioni più gioiose; è inoltre una provocazione verso il destino, le difficoltà, il fato dell’intera umanità. Viene così celata, tra forme e colori, l’esortazione implicita alla sdrammatizzazione degli aspetti più tragici della vita. Il suo linguaggio è sollecitazione, verso l’ascolto della voce interiore dell’uomo, verso l’abbandono della superficialità”. Aggiunge Ilaria Capelli: “La sua Arte è anche uno spettacolo, è tumultuosa mobilità teatrale […] Alessandra […] usa, come mezzo della sua espressione artistica visiva, un filo di lana, a volte di metallo, di cotone, di seta e persino d’erba essiccata o d’argento, […] per innescare simbolicamente l’intrecciarsi dei destini, i nodi della fatalità e del caso che l’uomo vive nella sua quotidianità” e conclude: “L’artista rappresenta le tensioni con fili rigidi e l’amore con fili morbidi, […] nodi antichi quanto pericolosi dettati da inquietudini, incomprensioni, atteggiamenti di arroganza, presunzione di chi sente di poter governare le masse più fragili e più vulnerabili della società”.
Si può, quindi, parlare di un linguaggio magico, una sorta di danza universale agita con le maschere, in grado di disperdere i confini dell’identità del singolo esaltando un’umanità intessuta anche di paure, affinché nessuno possa sentirsi escluso dalla partecipazione alla vita.

La Mostra continua:
MUG – Museo Ugo Guidi / Logos Hotel
fino al 30 luglio
Forte dei Marmi (Lucca)
Oltre i confini dell’Anima
(ingresso gratuito)