Passato e presente s’incontrano tra il Vesuvio e il mare

Una piacevole scoperta: il restauro e la riapertura di diverse Case di Ercolano. Quando le cose a Napoli funzionano.

Ercolano si presenta immediatamente con una panoramica senza soluzione di continuità: gli ocra dei muri di tufo dell’antica località balneare (oggi parco archeologico straordinariamente curato) si stagliano nella valle, circondati dalle case, erose dal tempo e dalla salsedine, della città moderna – quasi che la stratificazione geologica si rendesse finalmente palese. Un pezzo di storia e un altro, di quotidiano divenire, convivono.

Partiamo allora alla scoperta del sito. L’intenzione non è quella di sostituirsi a un buon manuale, ma di dare ai nostri lettori alcuni suggerimenti su curiosità forse trascurate e spunti di ricerca.
Da subito si notano, nella prima insula a sinistra, sia la copertura delle colonne sia lo spesso strato d’intonaco a colori brillanti, che denunciano la ricchezza della località balneare. Sono questi elementi che ritorneranno nelle ville patrizie che visiteremo arricchendosi di colori e stili pittorici (i nobili romani in otium amavano sentirsi à la page pitturando le pareti delle loro abitazioni secondo le mode).
Nella prima Casa a destra, detta dello Scheletro, sono ben visibili i mosaici ancora presenti a livello di pavimentazione e un larario con nicchia mosaicata, e conchiglie vere alla base, che rimandano subito a un fasto patrizio sensibile alla bellezza. E la bellezza è rintracciabile anche nei due quadri della Sede degli Augustali, ancora presenti in situ. L’ingresso di Eracle nell’Olimpo e La contesa fra Eracle e il fiume Acheloo mostrano figure dai movimenti fluidi, la posizione naturalistica dei corpi e le membra proporzionate e ben modellate.
Curiosando tra cardo e decumano, si scorge una serie di botteghe, fra le quali due affiancate: la prima, ad cucumas, con affresco che potremmo definire “pubblicitario”, e la seconda, del plumbarius, con un allestimento che restituisce l’ambiente originale, adibito alla lavorazione e riparazione degli oggetti in metallo.

Parcoarcheologicoercolano SoleGirovagando poco oltre, si può ammirare la Casa di Nettuno e Anfitrite. Anche qui, notiamo un incantevole ninfeo mosaicato con tessere in pasta vitrea in grado di restituire le forme convesse con un gioco di chiaro-scuri di notevole fattura. Mentre, a distanza di qualche metro, ci si può riposare nella quiete degli interni della Casa del bel Cortile, un angolo di pace – raccolto e rinfrescante nella calura estiva – che conserva ancora il primo piano e l’accesso allo stesso grazie a una scala in muratura con ballatoio – ancora in buono stato di conservazione. Del resto, le ville di Ercolano – lussuosamente decorate e decisamente vaste – spesso mostrano ballatoi e balconate del piano superiore che, a causa del fango che invase la città dopo l’eruzione del Vesuvio, sono rimasti come cristallizzati nel tempo.
Sebbene Ercolano non presentasse un Foro (o così, al momento, si suppone anche tenendo conto che solamente un quarto dell’antica città ha potuto essere riportata alla luce), restano le vestigia di alcuni edifici pubblici di grande interesse, dalla palestra alle terme fino alla basilica. Le Terme Femminili, in particolare, conservano un mosaico bianco e nero con tritone, amorino, delfini, una piovra e una seppia tutt’ora in buono stato.
Perlustrando il sito vengono alla mente due suggerimenti. Il primo, arrivati a Napoli, di visitare innanzi tutto il Museo Archeologico Nazionale così da comprendere meglio le differenze tra gli stili pittorici, apprendere i passaggi per la composizione degli affreschi e le lavorazioni a mosaico, oltre alle basi per saper identificare elementi architettonici ormai scomparsi (da un impluvium a un ninfeo). Il secondo, di visitare Ercolano prima di Pompei, in quanto la sua pianta organica, le sue dimensioni più ridotte e la posizione sul fianco di una collina che mostra, in un solo colpo d’occhio, l’assetto generale dell’antico abitato, possono aiutare a prendere dimestichezza con questi parchi archeologici – permettendone una visita più accurata.
Ultima tappa di questo tuffo nel passato, altamente emozionale, la Terrazza di Marco Nonio Balbo, pretore e proconsole che finanziò i restauri di mura e porte (dopo il terremoto del 62 d.C.) e l’edificazione della basilica. Mecenate da vivo, la terrazza su cui era posizionato il suo altare funebre e che si affacciava sul mare – per gioco della sorte – diventò l’ultimo rifugio degli abitanti di Ercolano e, oggi, i loro scheletri, proprio dai fornici e dalle arcate di quella terrazza, salutano il nostro passaggio verso l’uscita, come in un ultimo addio.

Parco Archeologico di Ercolano
corso Resina – Ercolano (NA)
orari: dal 1° aprile al 31 dalle 8.30 alle 19.30 (ultimo ingresso ore 18.00); dal 1° novembre al 31 marzo dalle 8.30 alle 19.30 (ultimo ingresso ore 15.30)
giorni di chiusura: 1° gennaio e 25 dicembre