Picasso a Verona

Prima tappa di un nuovo progetto del Musée Picasso di Parigi, la mostra Picasso. Figure (1906-1971) rappresenta un’importante riflessione sull’opera del genio spagnolo. Fino al 12 marzo le prestigiose sale dell’AMO-Palazzo Forti accolgono novanta opere che illustrano uno dei percorsi artistici più straordinari del Novecento

Il prestigioso Musée Picasso di Parigi ha scelto la città scaligera come prima tappa di un nuovo progetto itinerante riguardante la vita e l’opera del grande artista spagnolo. Picasso. Figure (1906-1971) è il titolo della mostra curata da Emilie Bouvard, conservatrice del museo parigino, e organizzata da Arthemisia Group con il patrocinio della città di Verona, e accolta a palazzo Forti. Un’esposizione composta da novanta opere che ritracciano tutto il percorso dell’opera di Picasso, dai primissimi umori cubisti (il 1906 è l’anno della morte di Cézanne e nel febbraio successivo sarà organizzata, al Salon d’Automne, quella celeberrma retrospettiva che sconvolse il mondo artistico e che segnò il vero inizio del nuovo secolo) fino alle ultimissime opere concepite nel suo rifugio di Mougins.

Le sei sezioni dell’esposizione scaligera illustrano, in maniera perfetta e evocativa, una delle più sconvolgenti e potenti anime artistiche del Novecento, attraverso giustapposizioni e intrecci sempre sorprendenti. La prima sezione, “Decostruzione e ricostruzione cubista (1907-1916)”, presenta opere che testimoniano la rivoluzione in atto, con decostruzioni e riformulazioni visive che possono essere certosine e apparentemente infinite come in Uomo con mandolino del 1911-13 o violente, come in Uomo con i baffi del 1914. Segue la “Reinvenzione della linea classica (1917-24)” dove è possibile ammirare gli studi per i Ballets russes che mostrano corpi classici che si scontrano con volumi disproporzionati, che diventano sempre più solidi. Olga col collo di pelliccia del 1923 è il vero capolavoro di questa sezione. Il dipinto è quasi interamente monocromo e rappresenta l’ex ballerina del corpo di ballo russo divenuta la moglie dell’artista: l’opera possiede uno straordinario equilibrio, al quale si Picasso è giunto attraverso un trattamento dell’immagine che ha sintetizzato il classico e il rivoluzionario, facendo acquisire, all’immagine, un corpo divenuto inattaccabile. La terza sezione, indubbiamente quella meglio rappresentata della mostra veronese, tratta delle “Metamorfosi surrealiste 1925-36” e mostra il processodi una forma che si asciuga progressivamente, di un corpo che si riduce e si conchiude in una semplice linea (serie di acqueforti del 1924-25) che percorre tutto il dipinto, intrecciandosi con altre linee, creando un mondo lineare e teratologico (Il pittore e la modella, 1926), gioioso (Donna in poltrona, 1927), scultoreo (Il bacio, 1929), fino a giungere alla bidimensionalità assoluta dell’elegantissimo Acrobata del 1930. Opera straordinaria è senza dubbio quella Donna con orologio del 1936 dove è formalmente raggiunta la creazione di nuove forme all’interno del fantastico quotidiano. Dieci anni dell’opera di Picasso riassunti in una straordinaria collezione di figure femminili, dove la donna è divenir-casa-costruzione-animale, in un continuo movimento sperimentale.

Si giunge in seguito alla breve e spigolosa quarta sezione “Figure di guerra 1937-45” dove la figura subisce un divenir-tragico e dove il senso dell’apocalisse si unisce a quello della pietas (in versione moderna nella sublime Donna che piange del 1937) mentre la penultima sezione “Ritorno alle origini 1945-53” mostra lo sviluppo di un nuovo primitivismo multiforme, che può assumere le forme dello straordinario bronzo che tocca estremi di semplificazione raramente raggiunti dall’arte (Donna incinta, 1949), quelle falliche dei lavori grafici del biennio 1948-49 o quelle di un’arte infantile e monumentale in Bambino che gioca con camion e Madre e figli che giocano. Chiude la mostra una lunga e ricca sezione dedicata al rapporto tra l’artista e la sua modella, con una doppia importante riflessione su Manet e sulla sua Colazione sull’erba dove assistiamo, nella versione del 1960, ad una natura naturans, ad un mondo in formazione che nasce e che sia sviluppa sotto i nostri occhi, mentre in quella dell’anno successivo ad una semplificazione strutturata in una incomunicabilità tra le quattro figure.

Mostra visitata venerdì 3 febbraio 2017

La mostra continua:
AMO – Palazzo Forti
via Achille Forti, 1 – Verona
fino al 12 marzo 2017
lunedì dalle 14.30 alle 19.30; dal martedì a domenica dalle 9.30 alle 19.30

AMO – Palazzo Forti e Arthemisia Group, in collaborazione con il Musée national Picasso – Paris e con il patrocinio del Comune di Verona, presentano
Picasso. Figure (1906-1971)
a cura di Emilie Bouvard
catalogo Skira
www.mostrapicassoverona.it