Le mille facce dell’uomo del Novecento

A pochi giorni dalla sua conclusione, è bene mettere in evidenza le ragioni del successo della mostra dedicata al maestro spagnolo, visitabile per ancora pochi giorni presso le Scuderie del Quirinale.

Rispetto alla tradizione storica antecedente il modernismo, il Novecento presenta una complicazione decisiva dovuta al susseguirsi di “ismi”, tendenze, movimenti che avrebbero determinato una svolta epocale non solo nell’ambito specificatamente artistico, ma nella cultura, lo spirito e l’immaginario in senso ampio. Si tratta di una messa in questione radicale dei criteri di riferimento e dei valori legati alla tradizione: il modernismo nasce in questo capovolgimento, e il Cubismo è uno dei movimenti più incisivi che sentenziano il tramonto definitivo della figurazione naturalista classica e della percezione canonica legata ai criteri della prospettiva albertiana.
L’arte e la cultura del XX secolo non sarebbero comprensibili senza Pablo Picasso, la cui longevità anagrafica e produzione artistica gli hanno concesso di attraversare l’intero secolo lasciando un’impronta decisiva; dicevamo che il modernismo è contrassegnato dalle svolte radicali, e Picasso è il rappresentante ideale di tale tendenza dal momento che è la sua stessa produzione a essere sempre inquieta, a svoltare in maniera repentina, a tornare su se stessa, a spaziare freneticamente assorbendo le tendenze artistiche coeve e a rilanciarne di nuove.

Picasso Flauto Di Pan

Non tutti sanno infatti che il nome di Picasso non è totalmente declinabile nel Cubismo che lui stesso ha fondato e lanciato: nel pittore di origine spagnole e spirito quanto mai cosmopolita infatti, classicismo, astrattismo, surrealismo e ritorno alla figurazione si inseguono fin dai primi decenni della sua opera, per approdare anche in modalità espressive che varcano il confine classico della pittura, arrivando al teatro e al costume. Il successo della mostra dal titolo “Picasso. Tra Cubismo e Classicismo 1915-1925”, visitabile presso le Scuderie del Quirinale fino al prossimo 21 gennaio, che ha registrato un grande successo di pubblico, deve il suo valore a questa intuizione: partendo dall’episodio significativo del viaggio in Italia del 1917, quando l’artista aveva 36 anni ed era già un nome affermato della scena avanguardista, la mostra, attraverso un centinaio tra opere, schizzi preparatori e disegni, propone un approfondimento unico del profilo di Picasso. Come era stato è sarebbe stato in futuro per molti suoi colleghi provenienti da ogni parte del mondo, il contatto con il Bel Paese del Grand Tour segnò profondamente lo spirito di Picasso, nonché la sua vita privata: a Roma conosce la ballerina Olga, la prima moglie e musa alla quale saranno dedicati diversi ritratti.

349bd1026fc6c6a2f231b6c67cc072daLa Città Eterna e Napoli infondono in Picasso una sensibilità mediterranea che accompagnerà l’artista nelle sue varie fasi: splendidi i bozzetti preparatori dei costumi e delle scene che Picasso realizza in quegli anni per i Ballets Russes di Diaghilev e per Parade dell’amico Jean Cocteau; ma soprattutto la mostra mette a confronto la tecnica neo-classicista e figurativa di opere come Il flauto di Pan e Due donne corrono sulla spiaggia (che richiamano l’approccio stilistico che una determinata scuola italiana, facente capo a De Chirico, stava sviluppando proprio in quegli anni) a quella tipica del Cubismo analitico, con l’esibizione di capolavori quali Uomo con la pipa e Uomo con caminetto. Elementi ricorrenti del suo immaginario come i saltimbanchi, i danzatori, gli arlecchini tornano continuamente in chiave cubista o figurativo-classicista: la selezione delle opere dimostra come il ”ritorno al Classicismo” sia stato per Picasso un processo creativo e formale elaborato e complesso, come se per riappropriarsi della figura tradizionale fosse stato necessario scomporla e poi ricomporla nella sua statuaria estraniazione metafisica. Una mostra che dimostra ancora una volta la grandezza di un gigante dell’arte di ogni tempo, capace di rivoluzioni e ritorni, distruzioni e ricostruzioni, in un perenne confronto col passato.

La mostra continua:
Scuderie del Quirinale
via XXIV Maggio 16 – Roma
sino a domenica 21 gennaio 2018
orari: domenica – giovedì  10.00 – 20.00; venerdì e sabato 10.00 – 22.30

PICASSO. Tra Cubismo e Classicismo: 1915-1925
a cura di Olivier Berggruen