Arte povera camerunense e italiana a confronto

Michelangelo Pistoletto, Pascale Marthine Tayou e Berlinde De Bruyckere protagonisti a Galleria Continua fino a domenica 1° settembre.

Il senso di un mondo sempre più interconnesso eppure sempre più afflitto da disuguaglianze, “opaco” come forse lo definirebbe Pascale Marthine Tayou, in attesa di una nuova dimensione, più umana, quasi un “terzo paradiso”, per citare la nuova ricerca etica ed estetica di Michelangelo Pistoletto.
Su questi due binari, paralleli e dialoganti, si muovono gli artisti in mostra a San Gimignano, con una serie di installazioni e opere che abbracciano i più diversi linguaggi e mezzi espressivi. Dal recupero della maschera africana in legno – o rielaborata in vetro (Tayou), alla miriade di interpretazioni dell’inconfondibile Venere degli stracci (Pistoletto); dalla predilezione di entrambi per i materiali poveri – legno, ferro, pezze multicolori, giornali e fogli di carta – a un certo gusto per l’art brut (basti notare i tre collage intitolati Kids spirit, di Tayou, o Mongolfiera – Il cesto dello zoo di Pistoletto).
La sintonia tra i due si instaura fin dall’entrata in galleria, occupata da Grande sfera di giornali di Pistoletto, circondata da Daily Life di Tayou, laddove al bombardamento di notizie massmediatico che conduce alla disinformazione fanno da specchio le scritte al neon della nostra società consumistica, di un universo di mordi e fuggi sia a livello di prodotti che di idee ed emozioni.
Piuttosto consistente la sezione dedicata ai totem di cristallo di Tayou che si specchiano materialmente e simbolicamente in Uno specchio rotto di Pistoletto – la compenetrazione dei corpi dell’uno si rifrange nella scomposizione dell’altro, in un dialogo tra essere e apparire, ma anche tra frantumazione e ricomposizione dell’io, che ben si accordano alla generale visione dicotomica del presente.
Di grande interesse anche la sala dedicata a una serie di video che, per quanto riguarda l’artista italiano, si concentra non solamente su alcuni filmati d’archivio riguardo a sue sue dichiarazioni e installazioni del passato, ma altresì sul suo nuovo approdo estetico (ed etico: concetti che dovrebbero essere sempre congiunti in arte e che lo sono sicuramente in Pistoletto), ossia il “terzo paradiso”. Per quanto concerne, invece, l’artista camerunense va notato che qui ci troviamo di fronte a una serie di video del 2004, che lo stesso Tayou gira per raccontare il rapporto tra l’Africa e alcuni suoi colleghi, quali lo scultore originario del Benin, Romuald Hazoumé, che condivide con Tayou l’interesse per la rielaborazione della maschera africana; o un altro beninese, Georges Adéagbo, a cui lo lega probabilmente l’amore per gli oggetti trovati (o ritrovati) – basti pensare alle Cristal Masks, anch’esse in esposizione a Continua, piccole opere costituite da maschere di legno acquistate da Tayou nei mercati locali, che pone su basi intagliate in blocchi di vetro colorato.
Scenograficamente accattivante il Perimetro sospeso (opera del 2019 in ferro dipinto bianco, specchi e media vari), che permette a Pistoletto di delimitare il proprio intervento ma anche di aprirlo al mondo grazie a una serie di vuoti e pieni, riflessi, costruzione di diagonali e punti di fuga con oggetti tra i più disparati. Anche le geometrie pulite e il bianco risultano scelte estetiche conseguenti, dando risalto alle macchie coloristiche di alcune opere contenute nel perimetro, quali Venere degli stracci inclinata (del 1967) o la succitata Mongolfiera, del 1969.
A completamente della visita, il consiglio è di passare anche dal Leon Bianco, dove espone Berlinde De Bruyckere, artista belga che, a San Gimignano, propone una piccola personale dal sapore nordico che si giova sia dell’ambiente in cui è posizionata sia della luce soffusa dell’imbrunire. Se scopo di un artista e sua abilità è comunicare un’emozione o un concetto con forza, Berlinde può dirsi tale a un altissimo livello. I suoi alberi, spogliati della corteccia e rivestiti di cera, denudati di vita e di ogni energia, stesi su letti tra coltri vecchie e ammuffite, hanno la medesima consistenza delle mummie egizie e ne condividono non solamente la rigidità della morte ma anche l’idea di una morte che non si trasformerà mai in assenza, perché – rimanendo compresenza – ammorba e soffoca la stessa vita.

Le mostre continuano:
Galleria Continua 
San Gimignano, varie location
fino a domenica 1° settembre
orari: tutti i giorni, dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 14.00 alle 19.00

Michelangelo Pistoletto & Pascale Marthine Tayou presentano:
Una cosa non esclude l’altra 

Berlinde De Bruyckere presenta:
A single bed, a single room

Nella foto: 
Pascale Marthine Tayou, Daily Life, insegne neon e a LED, dimensioni site-specific, 2019 e Michelangelo Pistoletto, Grande sfera di giornali, (Progetto per un museo), giornali macerati e pressati, Ø 340 cm, 1966-2019. Courtesy the artist and Galleria Continua, San Gimignano / Beijing / Les Moulins / Habana. Foto di Ela Bialkowska, OKNO Studio.