La festa degli appassionati

Il sole splende sereno – nonostante l’aria appena appena pungente. Ci dirigiamo verso il binario 5 di Tiburtina per raggiungere il sito adibito ormai da qualche edizione al Romics, il festival internazionale del fumetto, animazione, cinema e games. 

Anche se non si fosse a conoscenza di treno e binario, sarebbe comunque facile indovinarli: la festa è infatti già iniziata, perché colorati cosplayer e appassionati vestiti a tema per l’evento affollano la banchina, pronti a vivere una giornata ricca di avvenimenti.

Arrivati a Nuova Fiera di Roma ci accorgiamo subito dell’effetto fine settimana: in centinaia si fanno strada verso l’ingresso della fiera e attendono trepidanti l’apertura dei cancelli.

Una volta dentro, iniziamo a prender posto per l’evento di più gran richiamo di questa tredicesima edizione: l’incontro con il pubblico in occasione della consegna del Romics D’Oro 2018 all’attore britannico Martin Freeman.
Durante l’attesa, assistiamo ad alcune esibizioni legate al K-Pop Contest (che si svolgerà effettivamente nel pomeriggio) e alla proiezione omaggio di due episodi dell’iconica serie animata di Occhi Di Gatto del maestro Tsukasa Hojo (anch’egli insignito del Romics D’Oro durante l’incontro con il pubblico delle 15.30).

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Giunge finalmente l’agognato momento, e una folla di entusiasti spettatori – occupanti persino i corridoi del padiglione – accoglie calorosamente lo “hobbit più avventuroso della Contea”.
Oltre all’interprete, a fare compagnia sul palco all’attore di Sherlock e Fargo, sono presenti Max Giovagnoli, Giorgio Viaro e Antonio Bracco, conduttori dell’incontro.
Come prima cosa viene fatta notare a Martin la versatilità nella sua scelta dei ruoli e dei generi cinematografici, che commenta così: «Mi piacciono diversi tipi di storie: non faccio troppo caso al genere del film, quanto al modo in cui viene narrato. Se mi arriva un copione ben scritto, il regista è competente, e mi affascinano i personaggi e la storia, allora è fatta. E sono davvero fortunato, perché mi è stata data la possibilità di recitare in pellicole così diverse!».

Il discorso prosegue, e si sposta sulla natura letteraria di molti dei suoi progetti: «In realtà è stato un caso, non è qualcosa che ho esattamente pianificato. A volte mi capitano tra le mani questi adattamenti, ed è molto interessante lavorare su qualcosa che ha già una vita propria, perché significa che vi è una ricchezza intrinseca nella storia e nei personaggi. Una felice casualità, insomma».
Dopo aver visto e commentato alcune clip di suoi precedenti lavori (Guida Galattica Per Autostoppisti, Lo Hobbit, Sherlock), la conversazione si sposta sull’opera più recente a cui Freeman ha preso parte, Ghost Stories, in uscita tra pochi giorni al cinema e tra i focus della conferenza stampa pomeridiana.

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Il film è un’antologia di storie ascrivibili al genere supernatural thriller, ma con un tono molto British, come fa notare anche Viaro, e come conferma l’attore: «Si, il film è alquanto British, anche nei punti di riferimento. Cast e crew della pellicola sono cresciuti guardando horror nostrano, quello che passava in tv negli anni ‘60/’70, quando eravamo ragazzi.» E prosegue: «È un film molto psicologico, gioca sull’idea che le cose più spaventose a cui potremmo mai pensare risiedono nella nostra mente e noi ne diveniamo preda, rimanendone intrappolati» E come ribadirà in sede di conferenza: «Ci sono stati alcuni momenti in cui il mio personaggio, Mike Priddle, viene letteralmente terrorizzato, e io in quanto Martin Freeman, sono rimasto terrorizzato allo stesso modo!»

Aggiunge poi sul discorso dell’ironia, componente essenziale del film, e nelle storie in generale: «Quando ci raccontiamo delle storie, diversi elementi entrano in gioco: tragedia, pathos, commedia, ironia. E sono tutti realmente presenti e coesistenti. A volte mi viene quasi da piangere guardando degli episodi de I Simpson, mentre altre muoio dal ridere vedendo I Soprano! E in questo film, parte del divertimento dell’essere spaventati deriva dal fatto che ci è permesso ridere. Quindi si, le due cose coesistono perfettamente».

L’incontro con il pubblico si chiude con la dichiarazione d’amore di Freeman per l’Italia e per la pizza, mentre in conferenza stampa si continua a discorrere della carriera dell’attore.

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Dalla sua partecipazione all’Universo Cinematografico Marvel (Captain America: Civil War, Black Panther) ai suoi progetti teatrali – ricorda con trasporto la collaborazione con Jamie Lloyd in occasione del Riccardo III in quel di Londra -, Martin si rivela piuttosto entusiasta del suo percorso, anche quando lo definiscono il nuovo “Re dei Nerd”. «Sono molto orgoglioso di Black Panther, davvero. È un importante momento nella storia sociale, sia a livello nazionale che internazionale. Ha dimostrato diverse cose e ha provato che, contrariamente a quanto sostenuto da alcuni, determinate scelte possono avere successo, anche solo parlando in termini di botteghino.» «Sono un passeggero fortunato sul fantastico treno del MCU».

Si esprime poi riguardo al recente sviluppo della cultura nerd e geek: «Suppongo che ora, diversamente da quanto accadeva quando ero più giovane, essere nerd o geek sia diventato qualcosa di abbastanza mainstream: prima venivi additato e preso in giro, ora sei sul tetto del mondo. E sembra essere anche la cultura dominante di una grande fetta del mondo cinematografico e televisivo. In realtà, ciò che solitamente mi attrae è la qualità della sceneggiatura e della storia in questione, che può appartenere a questo o quel genere. Quindi, se recitare in questi ruoli mi rende il Re dei Nerd, anche solo accidentalmente, ne sono abbastanza felice [ride]».

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Purtroppo arriva il momento di salutare Mr. Freeman e lasciarlo proseguire con la firma degli autografi in programma poco dopo, ma ci consoliamo con un giro per i vari padiglioni.

Sono moltissimi gli stand stracolmi di gadget, t-shirt, action figure da collezione e quant’altro, passando da Hogwarts alla Terra di Mezzo, dai supereroi Marvel ai rivali della DC, dal paese del Sol Levante ai prodotti di stampo più occidentale.
Al padiglione 5 troviamo il trionfo dei fandom, con la Justice League al completo, gli stand dedicati a Doctor Who, Star Trek, e la rinomata Rebel Legion, accompagnata dal 501st Italica Garrison, le divisioni italiane del gruppo internazionale di costuming ufficiale di Star Wars, a cui ci accodiamo peun po’.

Alle 17.00 è infatti in programma la sfilata della Legion, mentre i suoi componenti ci spiegano i “sistemi di reclutamento” del gruppo, basati sull’accuratezza del confezionamento dei costumi.
Proseguiamo il giro facendo foto a e con i più diversi cosplayer, per approdare poi al padiglione 6 dedicato all’intrattenimento, con giochi, quiz e laboratori.

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Prendiamo parte a un simpatico quiz sul DCEU e incentrato sulla Justice League, dove assieme ad altri vinciamo una medaglietta di Batman (volevamo quella di Superman, ma ci accontentiamo lo stesso… #TeamSuperman).

Per concludere l’uscita, facciamo di nuovo un salto al padiglione 8, per dare un’occhiata alla mostra dedicata a City Hunter e Occhi Di Gatto, con tavole e disegni di Hojo.

Verso il tardo pomeriggio, ci avviamo verso casa.

Anche per quest’anno siamo più che stanchi (a farsi tutti i padiglioni avanti e indietro, una decina di chilometri come minimo ci escono sempre), ma felici di aver condiviso con molti altri la stessa entusiasmante esperienza.

Fiera di Roma
dal 5 all’8 aprile 2018

Romics XIII Edizione
Festival Internazionale del Fumetto, Animazione, Cinema e Games