Splendori notturni della trascendenza

Rivive il regno delle luci e delle ombre nelle sale del Chiostro del Bramante a Roma che presenta la mostra Dream. Qui fascinazioni e controversie legate al mondo del sogno si reincarnano per essere indagate con l’ausilio dell’esperienza.

Scivolando, la notte, nella profonda oscurità del silenzio si può udire il richiamo delle figure eteree, che lentamente appaiono nell’ovattata scenografia in costruzione. Abitanti del mondo irreale le sagome assumono contorni definiti eppure in perenne mutamento, e come uomini e donne vivono e agiscono nella terra della luce che li circonda. Sentirsi stranieri o turisti non importa, in questo mondo tutto è possibile anche varcare soglie inattese e diventare cittadini senza memoria della propria storia. I ricordi si mescolano fino a confondersi e la cognizione del tempo si perde. La giovane Alice dello scrittore Lewis Carroll inseguendo uno strambo coniglio, era caduta in una buca e una volta precipitata aveva scoperto di essere finita in una landa dove lo straordinario era ordinario. Alice nel paese delle meraviglie descrive con accuratezza l’ingresso nel mondo del paradosso, dove il sogno e l’incubo si accavallano, intrecciandosi, dando vita a un regno incantato di assoluta meraviglia.

La mostra Dream. L’arte incontra i sogni, presso il Chiostro del Bramante a cura di Danilo Eccher, sprigiona il fascino seducente del sogno e la forza disturbante dell’incubo tramite i lavori di famosi artisti internazionali che connettono le radici del mondo fenomenico ai rami della dimensione onirica. Henrik Hakansson rappresenta perfettamente questo processo con l’opera Suspended Tree: un albero spoglio galleggia nell’aria immobile, issando i rami come una bandiera di speranza, e rigettando l’azione che esercita la forza di gravita sulla vita. Metafora del volo capace di oltrepassare gli ostacoli della terra, l’immagine dell’albero staccato dal suo elemento naturale disegna un mondo di sogno e illusione dalle derive inaspettate. Nella stessa sala Anish Kapoor con Untitled modella due vasche nell’alabastro rosa. L’incisione del minerale, rinomato per la sua estrema durezza, attua un paradosso di senso: scalfire ciò che è inscalfibile; tale contraddizione non limita l’immaginazione dell’artista, ma la accresce tanto da tentare quello che a occhi comuni sembra impossibile. L’elemento circolare dell’erosione allude al bindi, segno rosso che in India viene impresso sulla fronte delle donne a seguito del matrimonio, come gesto di buon auspicio per la fertilità e di protezione dalla gravidanza. Continuando il percorso il fruitore si imbatte nell’installazione ambientale LIGHT is TIME dell’architetto giapponese Tsuyoshi Tane. Scintilli e raggi di luce si specchiano tra di loro creando un meraviglioso intreccio di luci. La cascata di piastrelle dorate accoglie maestosa l’eventuale viaggiatore, che è costretto a introdursi tra i luccichi dell’ambiente surreale per continuare il viaggio. Nell’attraversamento i movimenti vengono rallentati e fermati nel frame di un istante che si scinde dal tempo del vissuto. I confini dello spazio-tempo si dilatano nella trama dello sfavillio che crea una dimensione irreale di magia dove è possibile ricongiungersi con l’attimo perduto nella frenesia della vita accelerata.

Come Tane anche Peter Kogler si impadronisce dello spazio, intessendo sullo stesso una maglia reticolata, dove le linee si deformano e si contorcono, convergono e si allontanano creando zone di vuoto e di pieno. Anche qui lo spazio illusorio si dilata ma a differenza di Tane si assiste anche a una compressione dell’ambiente che ricorda il movimento improvviso del battito del cuore. La prospettiva decade sotto il canone dell’illusione. A conclusione della mostra è Sensitive Thought, opera dell’americano James Turrell che indubbiamente è forse la più suggestiva all’interno del percorso espositivo. In una sala immersa nel buio totalizzante un rettangolo luminoso, come un faro, attende il fruitore e lo richiama a sé attraverso l’emanazione del suo riverbero splendente. I colori si modificano, susseguendosi lentamente e mescolandosi docili, come la luce nell’arco della giornata. Alba, tramonto e crepuscolo si compenetrano, creando una luce mistica nella quale mistero e fede conducono alla rivelazione. Contemplare le sfumature e le tonalità di colore nelle loro variazioni che dolcemente irradiano bagliori nella notte è surreale; si resta fermi, ipnotizzati, di fronte al confine tra il mondo fenomenico e la porta verso il regno trascendentale.

William Shakespeare scriveva nella Tempesta: “Siamo fatti della stessa sostanza di cui sono fatti i sogni”. In fin dei conti ogni notte l’essere umano sprofonda nel sonno ed entra nella porta dell’incanto, tuffandosi verso una realtà unica nel suo genere. Immergendosi nella liquida densità del sogno la mente viene soggiogata dalla meraviglia e dall’intensità del paradiso terrestre, oppure shockata dal terrore irrazionale dell’incubo controverso, ma la verità è che nonostante il turbamento e la paura della visione spaventosa, questa come anche le delizie del sogno aiutano ad affrontare le avversità, gli ostacoli e i desideri della realtà quotidiana del mondo reale. Irrealtà e paradosso creano le condizioni di esistenza del campo di prova, dove è concesso sbagliare e ricominciare; ma se da una parte ciò che si vive nella dimensione onirica è virtuale ciò non toglie che il drammaturgo inglese avesse ragione: i desideri e le aspirazioni costruiscono l’io del singolo che per metà della sua vita abita il mondo effimero del sogno. Ecco spiegati la potente attrazione e l’irrefrenabile fascino per ciò che si considera la seconda casa della persona. Il paese delle meraviglie esiste realmente ed è reale nella sua aleatorietà e fragilità; per tale motivo gli artisti non smetteranno mai di ideare e creare relazionandosi all’intimità delle grandezze dei propri sogni.

Chiostro del Bramante
Via Arco della pace, 5 – Roma
dal 29 settembre 2018 al 5 maggio 2019
da lunedì a venerdì dalle 10:00 alle 20:00; sabato e domenica dalle 10:00 alle 21:00

Dream. L’arte incontra i sogni
a cura di Danilo Eccher