Stereo-tipi VS neo-tipi

Performance live, quadri pop e grande afflusso di pubblico per la seconda edizione di Stereotipop, inaugurata lo scorso 13 ottobre al BR1 Cultural Space di Montesilvano Colle.

Il vernissage si apre con una performance di Sand art di Erica Abelardo, accompagnata da un concerto di hang drum e di un altro bizzarro strumento dell’Africa Occidentale ad introdurre gli ospiti al nuovo evento di casa Pep Marchegiani, all’insegna di un’arte giovane e di qualità.

Diciassette artisti rileggono, traducono, ironizzano sui nostri stereotipi culturali per mettere alla prova i nostri punti fermi, le nostre certezze ataviche, mediatiche, di pensiero. Per dimostrare innanzitutto che uno stereotipo non è necessariamente qualcosa di fisso, di statico: lo stereotipo fa parte di noi, del nostro bagaglio genetico, della nostra mappa emotiva del mondo e, seppure riletto, mantiene ormai la sua forza iconoclasta. Come la Naomi soup di Gasparini: che ci siano le verdure della Campbell’s soup di Wharol, o la faccia di Naomi Campbell, si può fare una zuppa con qualunque cosa, come a dire che il pubblico, la massa, i “consumatori” ingurgitano di tutto, l’importante è che ci sia un’immagine condivisa dietro, un’icona che ci rappresenti, che materializzi il nostro io all’infuori di noi, come diceva Freud.

I Podmork di Hackatao (Sergio Scalet e Nadia Squarci), sono creature aliene che catturano subito la nostra simpatia, più di tanti esseri umani, e ci inducono immediatamente a ridefinire i confini di alienazione e umanità: chi è umano e chi è alieno? Sono forse più alieni gli umani e più umani gli alieni?

Ancora, coglie nel segno il padrone di casa Pep Marchegiani con i suoi giochi di parole, sovrapposizioni di immagini e rilettura di stereotipi in chiave dissacrante: in S-esso, il nome della nota multinazionale del carburante viene tramutato in “sesso”, accostando due dei principali mercati odierni che tanto ci ossessionano e ci condizionano. Mercati di “beni” necessari (il carburante e il sesso) ma divenuti ormai strumenti di schiavitù globale per le masse.

Il sarcasmo dell’arte pop diventa a volte pungente e acre, come in Il mondo morto di Daniele Alonge, in cui tutti gli stati più industrializzati del mondo vanno a comporre in un collage stile planisfero un teschio, simbolo di morte e di distruzione ormai istituzionalizzato perché politicizzato, eletto a mappa del mondo, e per questo riconosciuto e accettato da tutti noi.

E, dolce divertissement, le opere di Vania Elettra Tam: La nascita di Venere e Roman holidays descrivono, con meravigliosa ironia, interni domestici tutti al femminile da cui le donne cercano di uscire attraverso una trasposizione artistica basata su stereotipi culturali e immagini condivise, come il giro in vespa di Audrey Hepburn sulla cyclette domestica. Gran parte della produzione dell’artista (per maggiori informazioni http://www.vaniaelettratam.it/index.htm) racconta il tentativo di nobilitare la quotidianità domestica delle donne attraverso l’immaginazione e il rimando a stereotipi culturali provenienti dal cinema, dalla letteratura, dal teatro, dalla religione, dalle espressioni idiomatiche, per rileggere gesti ripetitivi e insulsi (come il fare le pulizie) in una chiave nuova, più affascinante. Il tutto grazie ad un’alterazione della percezione del sé attraverso l’immaginazione, con l’obiettivo di invertire i normali concetti di ordinario ed eccezionale e innalzando la routine quotidiana al rango di momento degno di essere rappresentato, raccontato, immortalato in un manufatto artistico.

Nascono quindi dei nuovi stereotipi, neo-tipi che ci rappresentano in maniera nuova: non potendo uccidere gli stereotipi, perché ne abbiamo bisogno (abbiamo bisogno, infatti, di un album di figurine, un immaginario condiviso da accettare o da contestare, ma pur sempre necessario per potersi definire), gli stereotipi vengono rivisitati e re-interpretati alla luce delle nostra nuove categorie culturali. Moderne, sarcastiche, scientificamente evolute, sessualmente orientate, politicamente consapevoli. Tutto questo è Stereotipop.

Il finissage è previsto per sabato 10 novembre con un reading di Maura Chiulli, la scrittrice pescarese autrice di Maledetti froci & maledette lesbiche e altri importanti testi in materia di omofobia.

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La mostra continua:
BR1 Cultural Space e Spazio Pep Marchegiani

via largo Belvedere – Montesilvano Colle (PE)
fino a sabato 10 novembre 2012
www.pepmarchegiani.it

Stereotipop
a cura di Alessio Sarra