La gioia technicolor e il brindisi della speranza ritrovata

Dal 19 ottobre al 17 novembre nel magico quartiere Coppedè situato nel cuore di Roma prende vita la personale di Natino Chirico, l’artista del sorriso.

La gioia non è un sentimento facile né da vivere né da comprendere pienamente e sicuramente al giorni d’oggi è più facile perderla e riporla lì, nell’angolo buio e umido di un cassetto, avendo particolare cura di chiudere sempre bene la chiave, così da non lasciarle il modo di percepire neanche per un’istante il caldo tepore del sole e la brillante luce dei suoi raggi. Tutto ciò è dovuto alla freneticità psicotica del quotidiano, dove tutto è accelerato al 110%, e nel mare frastagliato perennemente agitato non si ha il tempo di nuotare, si affoga lentamente tra un pensiero e l’altro, tra un dispiacere e un’arrabbiatura, tra una tristezza e una preoccupazione, non si vedono i delicati raggi del sole che sostengono e ristorano nonostante tutto anche nelle intemperie; ed è così che la gioia non è più capace di trasportare ed invadere l’animo umano. Nonostante ciò c’è ancora chi non si è perso d’animo e senza farsi abbattere dall’arida infelicità insegna ai cuori persi a tornare a battere per la bellezza della vita, rendendo evidente finalmente il bicchiere mezzo pieno. Chi riesce a ridare speranza a chi l’ha persa solo mostrandogli la vera realtà, quella positiva e quella bella realtà così difficile da vedere: questa persona è l’artista Natino Chirico che attraverso la sua personale Tempo sospeso ospitata presso l’incantevole e intima galleria SpazioCima in Via Ombrone n°9, ridona il sorriso e la perduta speranza, facendosi invadere da un inaspettato senso di gioia.

Dripping di colori impazziti ed energici, accesi e vivi danno vita a delle opere di una magnificente bellezza, sospesi sopra lastre specchiate, sembrano galleggiare allegramente sul vuoto, eppure nella staticità nella quale sono immersi essi vibrano e si muovono freneticamente danzando un ballo gioioso ed elegante; così si vedono avvolti dai colori schizzati figure cinematografiche come quelle di Charlie Chaplin, Anna Magnani e Federico Fellini nelle omonime tele, oppure strumenti musicali come in Violino e ancora l’immagine iconica del Tuffatore degli affreschi della necropoli etrusca nella serie dei Tuffatori, e anche cerchi e altre figure geometriche come in Sfera, Sole e Mondo. Tutte queste figure riconducono alle esperienze biografiche dell’artista che fin da quando era piccolo veniva assuefatto e affascinato dagli interpreti cinematografici dotati di uno spiccato carisma e dalla volontà di rispecchiare il contesto nel quale egli oggi vive dando immagine al mondo, attraverso una serie di elementi geometrici perfetti come il cerchio e l’ovale. L’impeto e la contemplazione sono ora sorprendentemente due facce della stessa medaglia, l’energia sprizza nel centro delle composizioni e si irradia come un brillante sole (proprio come quello omonimo dipinto da Natino), e si propaga verso l’esterno siderale dove la figura è attorniata dalla calma estatica di un tempo atemporale, uno spazio immobile che recepisce ogni piccolo spostamento, ogni minuscola vibrazione che quel cuore denso e cremoso conduce con tanta vitalità; in questo modo la trasmissione di forza e calore avviene non solo tramite la semplicistica visione dei colori, quanto piuttosto in maniera molto più raffinata ed efficace attraverso il cristallino specchio che riflette allo spettatore l’energia demiurgica e pura del colore.

Sperare è un’operazione assai difficoltosa, ma nonostante questa sua in parte apparente complessità, essa rivela la tremenda e trascinante voglia di credere che nonostante tutto ciò che possa accadere ogni cosa andrà per il verso giusto, iniettando come una siringa una formula calmante e rassicurante, un farmaco naturale che invoglia a vivere più attivamente e con maggior passione le problematiche quotidiane, in modo da sconfiggere la loro tenebrosa oscurità.
La speranza concede all’essere umano un soffio di fiato dalle costanti ansie e paure che angosciano ciascun uomo ogni dì dal sorgere del sole, ed è per questo motivo che trovare un’arte che sia riparo sotto la tempesta è vitale per la società attuale; così Natino Chirico si riserva un posto d’onore tra gli artisti contemporanei, poiché egli riesce praticamente e non solo a parole come tanti altri a donare il regalo di cui l’umanità sente maggiore urgenza in questo periodo buio: una speranza e una gioia al di là di ogni buon auspicio, e di ogni più positiva previsione. Il fortunato fruitore di tali opere viene infatti travolto da un caloroso abbraccio e sul suo viso si disegna quasi meccanicamente un sorriso, come fosse un autonoma che finalmente impara a funzionare nel modo giusto. Essere riparati dal malessere dell’apatia e della depressione è già una grande benedizione, e forse solo per aver incrociato le strade con un’arte da tali inimmaginabili poteri demiurgici il visitatore si dovrebbe sentirsi estremamente grato iniziando a pensare che non si è soli, e che si possiedono più cose speciali di quante in realtà si riescano a vedere, poiché celate dall’insaziabile mostro del desiderio.

La mostra continua:
Galleria SpazioCima
Via Ombrone, 9 – Roma
dal 19 ottobre al 17 novembre

Tempo sospeso
Natino Chirico
a cura di Roberta Cima