Come l’acqua agli alcolizzati

Lucca e Una Domanda che Cammina: dolce arte o amaro medicinale?

Qualcosa oggi stona. La distesa della piazza, solitamente bianca e intonsa, è stata interrotta. Tutta la città è turbata – come un popolano che vede passare il signorotto della capitale. Weekend, Lucca, piazza San Martino. C’è un sole grigio e poca gente. La traiettoria dei passanti va spedita, senza esitare. “L’imprevisto non esiste”, per citare Fogg di Verne.
Quando la sagoma della tenda prende posto nel suo itinerario, il robotico individuo medio tentenna, come azionando un ricalcolo del percorso. Riprende a camminare inclinando la rettilinea dell’iter. L’occhiata ci scappa, ma si è abituati a non impicciarsi. Così funziona nella città della nobiltà decaduta, dove per assistere alla presentazione di un libro d’arte si attende l’invito del marchese, dove per un festival pucciniano si spolvera oziosamente l’armadio delle pellicce.
Seduto sui gradini della villa, Valerio Rocco Orlando monitora da lontano l’andamento del suo lavoro. Un paio di scarpe, abbandonato sulla soglia della tenda, lascia intuire che qualcuno sia entrato. Si ascoltano i bambini trillare e invadere, ogni volta che si accorgono della novità. I genitori, estremità opposta, li tirano via sforzandosi di dissimulare un interesse quasi sconveniente – da queste parti. Ma Una Domanda che Cammina non si scoraggia.

Progetto nato in seno a I Can Reach You (From One to Many), il work in progress giunge alla sua terza tappa: partendo dalla Tenuta dello Scompiglio di Vorno e passando per Altopascio, dove ha ricevuto il battesimo del fuoco. Incentrato sulla tematica del viaggio, l’appuntamento si piazza di fronte alla chiesa lucchese – meta principe dei pellegrinaggi antichi. Come l’arte concettuale insegna, si punta a una presentazione scarna, essenziale. Contrariamente a quello che l’individuo medio si aspetterebbe, ovvero una creazione che sia tale in se stessa – un sé barocco, in cui a brillare è la virtù dell’autore – Una Domanda che Cammina opera in senso passivo, come un’antenna. Se sapesse, questa gente, che la vera arte celebrata è proprio lei. Scopo oggettivo dell’installazione è creare uno spazio franco, un utero intellettuale in cui consumare un dialogo che ha inizio non appena si fa ingresso nell’ambiente/tenda. Se bisogna essere fedeli a Pask e alla sua teoria della conversazione come mezzo di conoscenza, si potrebbe dire che Una Domanda che Cammina è il primo scalino per la saggezza.
Ulteriore considerazione da tenere a mente è che l’individuo è più propenso a condividersi con un altro, una volta avuta la quasi certezza che non lo rivedrà mai più. L’intero dialogo, che prende avvio da una particolare domanda rivolta dall’ospitante, conduce la persona verso ammissioni e confidenze impensabili. Paradossale, se consideriamo che l’autentica ambientazione di un tale denudamento umano è, in definitiva, una piazza cittadina.
Detto ciò, si può concludere affermando che il progetto di Orlando ha dimostrato un indubbio coraggio nella scelta dei propri soggetti. Proporsi a una sfida come l’installazione concettuale rivolta alla monade chiusa, che è Lucca, è un po’ come proporre a livello artistico quello che s’inventano i concorrenti di Master Chef, tenuti a organizzare gourmet sopraffini, dovendosi però servire di un ingrediente difficile – quando non completamente inutilizzabile. Eppure, a ben vedere, nell’espressività contemporanea anche una reazione riottosa può fare comunicazione, se non denuncia. E un emblema di questa nostra natura diffidente, fondamentalmente aggressiva, lo si ha avuto la domenica, quando dalla mostra di Bodini, a cura della Banca del Monte, che proprio in quel giorno inaugurava nel medesimo luogo, sono giunte invettive e accuse di concorrenza rivolte allo staff della Tenuta dello Scompiglio.
Come detto più volte, il pubblico italiano necessita sì di arte, ma in primis di qualcos’altro, qualcosa che da lungo tempo è andato perduto, soprattutto in posti come Lucca: l’educazione all’arte. Senza, è come portare un Cartier a un ambulante di bigiotteria. O una grande bellezza sul percorso di un automa.

La performance/esposizione ha avuto luogo:
piazza San Martino – Lucca
sabato 23 e domenica 24 gennaio, dalle ore 11.00 alle 16.00

Una Domanda che Cammina
di Valerio Rocco Orlando
terza tappa del progetto I can reach you (from one to many)
di Bianco-Valente, Claudia Losi e Valerio Rocco Orlando
a cura di Daria Filardo, Pietro Gaglianò e Angel Moya Garcia