L’alfabeto dell’immaginazione

fondazionearnaldopomodoroLa Fondazione Arnaldo Pomodoro inaugura la nuova sede in via Vigevano a Milano. Per celebrare l’apertura di questa nuova struttura, dal 10 aprile al 30 giugno, è allestita la mostra Una scrittura sconcertante, che ospita ventotto rilievi realizzati dall’artista tra il 1954 e il 1960.

A un anno dalla chiusura degli spazi in via Solari, Arnaldo Pomodoro ha il coraggio di affrontare un’altra sfida e regala al capoluogo lombardo un nuovo spazio espositivo che ambisce a diventare uno dei centri più vivaci della vita culturale milanese. A pochi passi dalla Darsena, tra i cortili tipici delle case dei Navigli, lo scultore ha scovato questo piccolo studio ricavato dal laboratorio interrato di un fabbro. Da qui riparte la sua sfida che, malgrado la crisi, lo porta a investire sulla creazione di un luogo che ambisce a diventare un punto d’incontro tra studio e dibattito.
Il 1954 segna una tappa importante nella vita dell’artista che, proprio nel corso di quell’anno, si trasferisce dalle Marche a Milano. I suoi primi lavori si collocano in uno spazio sospeso tra pittura e scultura. La libertà insita nel gesto artistico si scontra con la resistenza materica del piombo, dell’argento e del bronzo. Il rilievo rappresenta, allora, la giusta mediazione tra la sua passione per il disegno e quell’istinto che, invece, lo spinge a oltrepassare il confine della bidimensionalità. Come Lucio Fontana – che lo introdusse nell’élite intellettuale milanese di quegli anni – Arnaldo Pomodoro cerca d’infrangere il limite della tela per creare situazioni visive inedite e difficilmente classificabili. Non esistono distinzioni: arte orafa, scultura, segno e scrittura si mescolano senza barriere nelle sue prime opere. Chi le osserva sperimenta, in pochi istanti, un alternarsi di emozioni contrastanti: alcune volte è l’oppressione ad avere la meglio, mentre in altri momenti sembra d’intravedere uno spiraglio di speranza. Contraddizioni che, in fondo, rispecchiano lo spirito del novecento, dove l’innovazione delle avanguardie artistiche si trova a fare i conti con la dura realtà.
L’astrattismo di questi rilievi lascia ampi spazi d’interpretazione e i titoli invitano il pubblico a intraprendere un viaggio nell’immaginario sulla scia d’indicazioni come: “orizzonte”, “situazione vegetale”, “estensione vegetale” o “paesaggio”. Dal 1960, sulle orme di Paul Klee, che si definiva “astratto con qualche ricordo”, Arnaldo Pomodoro s’incammina lungo quel percorso artistico che lo porterà a scoprire un linguaggio fatto di automatismi inconsci e alfabeti misteriosi che trasferirà nelle sue grandi sculture.
Una scrittura sconcertante, esposizione curata da Flaminio Gualdoni, è il primo appuntamento della serie di mostre, incontri, conferenze, presentazioni di libri e concerti che, nel corso dei prossimi mesi, si alterneranno negli spazi di via Vigevano. Imparare a frequentare anche i luoghi più nascosti della città, allarga l’orizzonte della conoscenza: sarebbe davvero un peccato lasciarsi scappare questa preziosa occasione.

La mostra continua:
Fondazione Arnaldo Pomodoro
via Vigevano 9 – Milano
fino a venerdì 28 giugno
orari: dal mercoledì al venerdì, dalle 16 alle 19
ingresso gratuito previo accreditamento
info@fondazionearnaldopomodoro.it

Arnaldo Pomodoro
Una scrittura sconcertante. Opere 1954-60
a cura di Flaminio Gualdoni
28 rilievi realizzati dall’artista tra il 1954 e il 1960