Trasmissione ininterrotta di influenze emozionali suggestionabili

Emozionare è arte, pratica decisamente complessa, ma indispensabile per l’essere umano e questo pensiero è quello che ritroviamo nelle ricerche artistiche di Ciriaco Campus e Piero Mottola.

Basta un gesto, un’azione e a volte anche solo una parola o un pensiero a cambiare un evento, un fatto e quindi a determinare inevitabilmente un’ulteriore azione. Quotidianamente non ci si fa caso ma è facile disorientare altre persone nel labirinto della negatività, così come farle beare nel candore di un idilliaco Eden. Come essere umani si è portati a vivere socialmente, e dunque necessariamente costretti a seguire alcune semplici regole indispensabili per il quieto vivere nel mondo della comunione con l’altro. Così come la stessa Terra che li ospita, la creatura umana è contaminata dell’influenza dei suoi coinquilini; iniezioni di piccole coscienze a volte creatrici a volte distruttrici che vanno ad uccidere o curare l’animo attraverso stati d’animo divergenti.

LCome però insegnano Piero Mottola e Ciriaco Campus l’influenza, seppur nonostante la sua accezione negativa, può essere la fonte per un’auspicabile opportunità. Esser influenzati non da virus virulenti e distruttori, ma dallo scintillio accecante della bellezza e della conoscenza, medicine di animi aridi. A contatto all’interno dell’Accademia di Belle arti di Roma i due colleghi artisti e professori, seppur con le loro specifiche peculiarità e ricerche, ritrovano un punto comune inconsapevolmente, facendo dell’influenza il loro modus operandi per stabilire relazioni con lo spettatore che siano relazioni turbolente oppure rapporti sereni; tali rapporti  esigono di farsi scorgere e di essere studiati ed indagati nella loro importanza di portatori di significato della vita.
Due personalità diverse e due ricerche che a uno sguardo disattento sembrerebbero non aver nulla a che fare tra loro, così come anche i due titoli Relation Ring. Algoritmo cromatico relazionale e TPQ Tavoli Pani Quadreria, che ne accompagnano le due personali, all’interno delle notevoli e sontuose sale di palazzo Cavallerini Lazzaroni, intrecciandosi in un destino comune, e che invece irradiano in realtà un’energia artifex di un’atmosfera unica e penetrante. Osmoticamente le due mostre si completano vicendevolmente, scambiandosi costantemente energia e diventando portatrici di influssi fuori dagli schemi consueti dell’arte contemporanea.

26733716 10213445628286559 5214139014842660974 NQuadri iconici della storia dell’arte fra Trecento e Ottocento, nella serie Private Collection si ritrovano rotti e deturpati dall’ignoranza del visitatore che anche solo con un semplice sguardo, posando gli occhi su un capolavoro, non comprendendolo fino in fondo lo corrode, lapidandolo con pietre che rompono i vetri come ad esempio nel cartone di Sant’Anna del mastro Leonardo Da Vinci, oppure lacerati da enormi buchi come accade a Ritratto di giovane uomo con il libro di Bronzino, così come anche avviene a Terrazza di Caffè di notte di Van Gogh e a tante altre famosissime tele, oppure ancora invasi da flotte di aerei bellicosi che ne rovinano irrimediabilmente la delicatezza e l’intensità del linguaggio artistico. La vicinanza con l’umanità è un contagio distruttivo, che nega l’essenza della bellezza eppure ne stabilisce i nuovi termini di esistenza, nella realtà di oggi così sovraesposta al brutto che ormai deve essere inevitabilmente preso in considerazione per delineare e stabilire un nuovo senso del bello. La distruzione fa spazio ad aria pulita e se da una parte l’accademismo muore dall’altro si libera l’immaginazione di un pensiero completamente svincolato dalla tradizione.

HAltra serie di opere è Tavoli d’Italia: lastre di marmo che ricordano vagamente delle tombe si stagliano immobili nella stanza. Avvicinandosi il fruitore può notare che sopra di esse vi sono incisi dei nomi, elenchi di vario genere: dagli ingredienti necessari per l’impasto del pane, alle numerazioni delle autostrade italiane, fino ad arrivare alla classifica calcistica della serie A e D e al Mib 30. Elenchi che riaffiorano sullo spazio lucido e grigiastro del monumento e che parlano di ricordi e memoria, per non dimenticare la storia, la particolare storia del paese italiano, paese dimenticato nella leggenda iconoclasta più che nella testimonianza del passato.

Mottola invece ravvisa nella musica il senso suggestivo che permette alle emozioni di formarsi secondo componenti stabilite di suoni e rumori. Ogni stato d’animo, come ad esempio lo stupore, la paura la calma o la collera possono nascere anche da un insieme di rumori sovrapposti e miscelati tra di loro; prendendo ad esempio il caso della gioia nella traccia audio si sentiranno la risata di un bambino, risate, uccellini che cinguettano, il verso di un neonato e il rumore di un sasso nell’acqua, tutti questi suoni regolati nelle loro giuste dosi ed uniti producono un effetto catartico che attiva inconsciamente il sentimento della gioia. L’analisi di questi sentimenti indotti viene calcolata seguendo l’algoritmo cromatico generato dal Modello di relazione a 10 emozioni, i risultati visivi di questa ricerca si concretizzano graficamente nell’installazione di 21 stampe digitali su carta litografica, che riportano concretamente le linee geometriche generate dall’operazione. Colorate e vivaci le stampe si dispongono circolarmente nel perimetro della stanza come una linea continua che sembra quasi essere infinita.

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Ricerche innovative e all’avanguardia inducono il fruitore ad una riflessione sulle potenzialità dell’arte in grado sia di instillare determinate emozioni sia positive che negative, sia di shockare e di provocare attivando la parte del pensiero cosciente. Ciò dimostra che l’arte non è assolutamente una pratica passiva, quanto piuttosto un’attiva operazione di continua stimolazione; uno studio ininterrotto che si deve all’anima, a ciò che si prova ogni istante perché è questo che spinge la ricerca: far ridere, far piangere, rilassare, tranquillizzare, spaventare e angosciare. Tutto ciò per dimostrare costantemente di non essere insensibili come robot inorganici e meccanici. Essere vivi e quindi anche fragili, tendenti all’entropia del caos, di provare non solo felicità ma anche dolore. L’arte è bellezza e la bellezza è fragilità, per questo le ricerche di Campus e Mottola sono indispensabili per immergere ancora di più il fruitore nell’intreccio oscuro e complesso delle sue sinapsi.

La mostra è conclusa:
Palazzo Cavallerini Lazzaroni
Via Barbieri, 7 – Roma
13 gennaio

TPQ Tavoli Pani e Quadreria
Relation Ring – Algortimo cromatico relazionale
artisti: Ciriaco Campus, Piero Mottola